rassegna stampa roma

Brosco, romanista a Zemanlandia

(Il Romanista – V.Meta) – Strana vita quella dei difensori delle squadre di Zeman, in millimetrico equilibrio sul confine del fuorigioco, costantemente in allerta per il rischio contropiede. Nel Pescara che respira aria d’alta...

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) - Strana vita quella dei difensori delle squadre di Zeman, in millimetrico equilibrio sul confine del fuorigioco, costantemente in allerta per il rischio contropiede. Nel Pescara che respira aria d’alta classifica in Serie B, l’ingrato compito tocca a Riccardo Brosco, vent’anni dall’Eur, sei anni nelle giovanili della Roma, otto panchine in prima squadra con Spalletti.

 «Diciamo che finora è andata bene - dice -, più che altro si cerca di stare concentrati ed evitare figuracce». Per l’ex centrale della Primavera l’approdo alla corte del boemo è stata una sorta di rivoluzione copernicana: «Diciamo che prima ero abituato a giocare in un altro modo. Zeman vuole che noi difensori stiamo sempre molto alti per lasciare in fuirigioco gli attaccanti: quando funziona tutto ok, il rischio è il contropiede. A volte stiamo talmente avanzati che lasciamo dietro pure i due di centrocampo. Però adesso che mi ci sono abituato va molto meglio: alla fine è un tipo di gioco utile, corri meno ma corri bene». L’impatto con Zemanlandia per Riccardo è stato più soft rispetto ai compagni, visto che si è aggregato alla squadra dopo il ritiro: «Quando sono arrivato, ho fatto un mini richiamo che è stato duro ma tollerabile, i compagni mi hanno raccontato che il ritiro è stato durissimo. Anche adesso l’allenamento conta tantissimo: se il mister vede che non ti impegni in settimana, è capace che ti manda in tribuna anche se le hai giocate tutte».

Brosco però dev’essersi allenato piuttosto bene, visto che ha giocato otto partite su dieci, tutte dal primo minuto: «Sì, finora è andata bene. Stiamo dimostrando che anche una squadra giovane può giocarsela con tutte in Serie B e stare in alto. C’è da dire che adesso corriamo anche più di tutti gli altri, speriamo di continuare così». Si aspetta molto da questa stagione Riccardo, a caccia di riscatto dopo sei mesi passati in tribuna a Trieste: «Fino a gennaio ho giocato, poi è arrivato un allenatore che non mi vedeva e preferiva puntare sui più esperti. Ma tanto siamo retrocessi lo stesso». Il finale di stagione amaro, però, è stato niente in confronto alla sorpresa che gli ha riservato la risoluzione della comproprietà: la Triestina l’ha riscattato per cinquecento euro e dopo otto anni Brosco si è ritrovato a non essere più un giocatore giallorosso: «Non me l’aspettavo proprio, è stata una bella batosta - racconta - . Alla fine io in Serie B avevo fatto il mio, sapevo che la Roma aveva riscattato chi non aveva giocato, pensavo sarei tornato alla base. Anzi, sognavo perfino di andare in ritiro con la prima squadra e di essere girato in prestito soltanto dopo. All’inizio ci sono stato male, ma adesso è proprio il pensiero della Roma a darmi una carica in più».

Se tutto tutto andrà come spera, a fine stagione il Parma - proprietario del suo cartellino - potrebbe decidere di riportarlo alla base e a quel punto si aprirebbero altri scenari per lui. Si vedrà. Intanto continua a tifare Roma a distanza: «La fede mica si cancella. Il derby l’ho visto in ritiro con il Pescara prima della trasferta di Brescia insieme a Danilo Soddimo, romano anche lui. L’altro romanista dello spogliatoio è Sansovini (che con la Primavera della Roma ha sfiorato lo scudetto contro l’Atalanta di Pelizzoli nel ’98, ndr), ma stava con la famiglia. Perdere al 90’ fa proprio male male...»