rassegna stampa roma

Brighi, il perone destro fa crac Rientro previsto tra due mesi

(Il Romanista-V.Meta) La diagnosi dei medici del Gemelli è stata impietosa: frattura del perone destro, intervento scongiurato ma solo perché il trauma è troppo vicino a un nervo.

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(Il Romanista-V.Meta) La diagnosi dei medici del Gemelli è stata impietosa: frattura del perone destro, intervento scongiurato ma solo perché il trauma è troppo vicino a un nervo.

Ne avrà per almeno due mesi Matteo Brighi, che pure aveva provato a stringere i denti e restare in campo nonostante il dolore per l’entrata in scivolata di Gattuso. La sua stagione è finita all’11’ della gara di sabato contro il Milan, quando ha capito che la botta era troppo forte e continuare non era possibile.

La sua uscita di scena ha indotto Montella a ridisegnare la squadra, inserendo Rosi alto a destra e passando dal 4-2- 3-1 al 4-4-2: soluzione momentanea o destinata a essere riproposta nelle ultime due partite di campionato? Al momento sembra presto per dirlo. Mentre il Milan festeggiava lo scudetto sul prato dell’Olimpico, la nottataccia di Brighi continuava al Gemelli, dove il centrocampista è stato subito trasportato per essere sottoposto agli esami che hanno stabilito l’entità dell’infortunio ed escluso l’ipotesi di intervenire chirugicamente per ridurre la frattura scomposta, dal momento che il punto della lesione è molto vicino a un nervo. Le terapie cui Brighi dovrà sottoporsi saranno dunque di tipo conservativo: per il primo periodo dovrà tenere il gesso, poi inizierà a muoversi con un tutore, per poter tornare alla piena attività entro un paio di mesi, salvo imprevisti.

Dopo gli esami, il giocatore ha passato la notte a Villa Stuart, che dovrebbe lasciare oggi o al massimo domani. Per Brighi l’epilogo della stagione non poteva essere più sfortunato: venticinque presenze e un gol in campionato, Matteo sembrava destinato a un posto fisso nelle ultime tre partite, vista la contemporanea squalifica di De Rossi e Perrotta. L’ultima gara da titolare l’aveva giocata a Udine, non in mediana ma al centro della trequarti, salvo lasciare il posto a Perrotta a un quarto d’ora dalla fine, poi Montella l’ha utilizzato ancora contro il Chievo, inserendolo nel finale al posto dello stesso Perrotta. Di proprietà della Roma dal 2004 (fu inserito nell’affare Emerson), ma approdato in giallorosso solo tre anni più tardi, ha vissuto la sua stagione migliore nel 2008/09, quando i suoi gol contro Cluj e Bordeaux contribuirono alla qualificazione agli ottavi di Champions al primo posto nel girone.

Ragazzo serio e riservato, anche nella gestione Ranieri, ha saputo ritagliarsi il suo spazio facendosi trovare pronto ogni volta che è stato chiamato in causa. La sua assenza, sommata a quella di De Rossi e Perrotta, costringe Montella a rivoluzionare ancora il centrocampo nelle ultime due gare di campionato, decisive per la qualificazione ai preliminari di Champions. Contro Catania e Sampdoria le ipotesi sono diverse: il tecnico potrebbe riproporre il 4-4-2 visto con il Milan dopo l’uscita di Brighi, oppure tornare al 4-2-3-1, magari con il ritorno accanto a Pizarro di Leandro Greco. L’emergenza in mezzo al campo potrebbe anche lasciare spazio, quantomeno in panchina, a qualche ragazzo della Primavera: Viviani e Florenzi sono pronti a prenotare un posto.