rassegna stampa roma

Boston: alle radici del progetto-Roma

(Corriere dello Sport – F.Zanni) – Splendeva il sole ieri a Boston e anche se i suoi raggi non sono riusciti a far andare la tempe­ratura oltre lo zero, lo sforzo è sta­to notevole lo stesso, perché di not­te i termometri era­no...

Redazione

(Corriere dello Sport - F.Zanni) - Splendeva il sole ieri a Boston e anche se i suoi raggi non sono riusciti a far andare la tempe­ratura oltre lo zero, lo sforzo è sta­to notevole lo stesso, perché di not­te i termometri era­no arrivati fino a 19 Fahrenheit, che tra­dotto fa un -7 da bri­vidi.

Sorridevano ieri a Boston anche per­chè oltre ad avere quattro giocatori dei Celtics all’All Star Game della NBA, un record, è stata finalmente ritrovata Penelope. La cercavano dal mese scorso, la sua proprietaria l’aveva smarrita in un vagone della metro­politana e siccome si trattava di un boa lungo un metro si può immagi­nare che un po’ di apprensione c’era. Penelope per tutto questo tempo però non si era allontanata ed è stata avvistata sempre nella metro, non lontano da Tre­mont Street Subway che poi è anche il più antico tunnel per i treni degli Stati Uni­ti. Tremont Street è una strada importan­te per Boston, qui ci è passata un po’ della lunga storia della città, da qui però è anche co­minciata la passione americana per la Roma. Andiamo fino al 198 e in un edificio tutto uffici c’è la sede della società che presto, se non pre­stissimo, potrebbe diventare la so­rella statunitense dei giallorossi. Qui c’è l’headquarter, la sede prin­cipale, del Boston International Group, il cui presidente è Thomas DiBenedetto il capo- cordata, l’uo­mo che guida il gruppo che dovreb­be, molto presto, prendere le redi­ni della Roma. Dalla più calda Newport Beach, in California, Ju­lian Movsesian, uno dei protagoni­sti della cordata, ha detto di essere « molto eccitato » ( excited, termine che qui ha una acce­zione un po’ diversa a quella a cui siamo abi­tuati in Italia, è una emozione moltiplicata per mille) nel vedere la trattativa avvici­narsi alla conclusione positiva. Un paio di settimane il tempo previsto da Movsesian per il defini­tivo trasferimento oltre oceano del­la proprietà della Roma e se davan­ti al 198 di Tremont Street non ci sono ancora bandiere giallorosse, non è detto che non possano arri­varci, anche prima di quattordici giorni.

 

AFFARI E SPORT -Il Bo­ston International Group, una compa­gnia privata, società di cui Thomas DiBe­nedetto è presidente, ma non l’unica, è un gestore di investi­menti specializzato nei fondihedge,o speculativi o alternativi, vengono usate diverse denominazioni, che prevedono rischi elevati, ma ovvia­mente anche ritorni molto cospicui. Il BIG, se vogliamo usare un acro­nimo che può essere di buon auspi­cio anche per la Roma, è ormai sul mercato da diverso tempo ed è pre­sieduto da DiBenedetto dal 1983. E sempre negli stessi uffici di Tre­mont Street c’è anche la sede della Junction Investors Ltd, che si oc­cupadi investimenti internaziona­li soprattutto di natura immobilia­re. Mr DiBenedetto è anche presi­dente del consiglio di amministra­zione della Jefferson Watermann International, consulenza interna­zionale, direttore della Olympic Partner, qui si va nell’immobilia­rio, e fino al 2006 si è occupato an­che di altre società che spaziavano dal software agli investimenti sui mercati azionari. Poi c’è lo sport, una passione che fa parte della fa­miglia. Thomas junior, il figlio di 25 anni, nato in Florida a Ft. Myers (come dalla Florida arrivano anche i Falcone, altri partecipanti alla scalata alla Roma) è un giocatore di baseball delleminor league,un interbase, l’anno scorso ha militato nella Frontier League con i Kala­mazoo Kings, squadra professioni­stica dell’omonima città del Michi­gan. Ma DiBenedetto jr. era stato scelto al draft del 2008 dai Red Sox, l’orgoglio di Boston, gli eterni riva­li dei New York Yankees e Thomas sr dal 1978 ha una quota della so­cietà che, complessivamente, ha tredici azionisti. Thomas DiBene­detto sr. detiene la sua quota attra­verso la New England Sports Ven­ture, gruppo che recentemente ha acquistato il Liverpool, ma che at­traverso i suoi azionisti di maggio­ranza, John W. Henry e Tom Wer­ner, hanno sottolineato che la loro impresa con la Roma non c’entra. Qui ci sono solo DiBenedetto, Ju­lian Movsesian, Richard Amore, il gruppo dei Falcone, i tre fratelli Arthur, Edward e Robert, e Micha­le A. Ruane. Ma intanto Forbes si è già chiesto se l’eventuale acquisi­zione della Roma da parte di DiBe­nedetto e la partecipazione alla proprietà del Liverpool non possa chiamarsi “conflitto di interessi”.