(Il Messaggero - S.Carina) - Parole che faranno discutere. Borriello esce nuovamente allo scoperto ma stavolta ad accogliere il suo sfogo non ci sono le telecamere della Rai e di Sky come in Roma-Shakhtar («Ho fatto 25mila gol e sto in panchina») ma il sito internet sportmediaset.it.
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Borriello non ci sta «E’ una vergogna incolpare solo me»
(Il Messaggero – S.Carina) – Parole che faranno discutere. Borriello esce nuovamente allo scoperto ma stavolta ad accogliere il suo sfogo non ci sono le telecamere della Rai e di Sky come in Roma-Shakhtar («Ho fatto 25mila gol e sto...
Il centravanti parte all’attacco: «Trovo vergognoso che in questo momento si cerchi di trovare in me l’unico capro espiatorio di una situazione difficile. La mettono tutti su polemiche che io non ho mai fatto, compresa quelle con Totti». Proprio il dualismo con il capitano giallorosso - che ha spesso premiato l’ex milanista rispetto al numero 10 sia con Ranieri che con Montella - è tra gli argomenti scottanti del momento giallorosso: «Non sono io quello che decide chi gioca e chi va in panchina». Anche perché fosse per lui, non ci sarebbe discussione: «Io ho fatto 15 gol in 5 mesi, con il Lecce mi sono procurato un calcio di rigore al 90’ dopo aver dribblato tre avversari. Sono uno abituato a lavorare fino all’ultimo minuto». Tra un gol e un dribbling, però, l’ex-rossonero non perde il vizio di lamentarsi platealmente. In campo lo fa con i compagni per un passaggio sbagliato o un cross troppo lungo. Fuori, invece, con i media come dimostra l’ultima intervista rilasciata anche se nella serata di ieri - dopo diversi confronti avvenuti a Trigoria e dopo che le sue parole avevano fatto il giro di agenzie, radio e tv - è arrivata in serata la precisazione del calciatore, nella quale spiega che alcuni concetti sono stati forzati. Fatto sta che il suo comportamento fatica ad esser tollerato da uno spogliatoio consolidato da anni e la società lo ha multato per le ultime dichiarazioni. Probabilmente è proprio questo che non capisce Borriello. Non è il rigore di Donetsk sotto accusa ma il continuo atteggiamento da ‘prima donna’ teso a rimarcare quanto di buono abbia fatto lui sinora e screditando, inevitabilmente, l’operato di chi lo circonda. L’ex milanista vive un momento difficile. Nelle ultime dodici partite disputate, ha segnato un solo gol (Roma-Brescia). Troppo poco per uno che nella prima parte della stagione viaggiava ad una media di una rete ogni due gare. E così si spiega quella frenesia l’altra sera nel prendere il pallone - nonostante il rigorista designato fosse Pizarro - e depositarlo sul dischetto per calciarlo: «A Donetsk ho visto che nessuno prendeva la palla e allora ho tirato io il rigore. Dopodiché mi sono preso tutte le colpe. Non penso che prendersi le proprie responsabilità sia una colpa e, inoltre, non siamo stati eliminati per il mio rigore». Nessuna concessione alla modestia, ma continue precisazioni a livello personale e la ricerca di assumere i panni del protagonista indiscusso anche nei momenti negativi: «Sono stato disponibile dalla prima all’ultima partita in questa stagione, senza un raffreddore o qualsiasi problema fisico. Credo di essere un esempio di serietà da quando sono a Roma». Chi la capitale invece l’ha lasciata senza problemi e con il sorriso sulle labbra è Adriano. Ieri il brasiliano è tornato a Rio, non rilasciando dichiarazioni ai giornalisti che lo attendevano all’aeroporto. Sul suo futuro, l’agente Rinaldi gioca a fare il misterioso: «Prima deve recuperare dall’infortunio e poi si vedrà». Con ogni probabilità, l’Imperatore a giugno giocherà con il Flamengo
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