rassegna stampa roma

Borriello mette pace, Kjaer si presenta

(Corriere della Sera – G. Piacentini) – «Totti e Luis Enrique saranno le nostre armi in più». A dirlo non è un giovane appena salito in prima squadra e nemmeno uno dei nuovi acquisti che deve farsi ben volere dal tecnico e dal...

Redazione

(Corriere della Sera - G. Piacentini) - «Totti e Luis Enrique saranno le nostre armi in più». A dirlo non è un giovane appena salito in prima squadra e nemmeno uno dei nuovi acquisti che deve farsi ben volere dal tecnico e dal capitano, ma Marco Borriello.

 

E se a parlare in questi termini del nuovo progetto giallorosso è un calciatore che da quel progetto ha rischiato seriamente di essere escluso, allora c'è da crederci. Il centravanti napoletano, in estate, è stato ad un passo dall'addio. Lo volevano parecchie squadre in Italia e in Europa, ma dopo qualche incomprensione e alcuni errori di valutazione, è rimasto alla Roma dove dovrà lottare ogni settimana per conquistarsi un posto da titolare. Una sfida che sembra non preoccuparlo più di tanto: «Quando ho saputo che volevano cedermi — sono le sue parole a Sky ci sono rimasto di stucco. Avevo giocato quasi tutte le partite del precampionato, pensavo di essere nei piani della società e dell'allenatore. Il mio unico pensiero è stato sempre quello di rimanere in squadra».

Una gestione, da parte della società, piena di contraddizioni: «Mi hanno messo in campo in Europa League e il giorno dopo volevano vendermi. C'era confusione, non c'era molta sinergia perché con quella scelta potevo perdere valore. Negli ultimi due giorni di mercato ho chiamato Sabatini e Luis Enrique, mi hanno risposto che ero un giocatore importante e che non sarei partito. Si era ricreata quella sinergia e sono stato sempre più convinto di restare, perché non mi volevano solo i tifosi, ma anche l'allenatore e la dirigenza. Mi sono tolto il mercato dalla testa, avevo offerte importanti, ma il mio unico pensiero era quello di restare e sono rimasto. Mi hanno fatto sentire di nuovo un giocatore importante». Un giocatore che potrà essere utile nel progetto appena nato: «Totti e Luis Enrique saranno le nostre armi in più. Il tecnico è un valore aggiunto, ha le idee chiare, grandi motivazioni e grande mentalità. Se riusciamo a fare quello che ci chiede, si divertiranno i tifosi, ci divertiremo noi e riusciremo a raggiungere traguardi importanti. C'è una fantastica atmosfera intorno a questa squadra e tutti noi vogliamo dimostrare quanto valiamo». Compresi i nuovi arrivati.

Ieri è stato presentato Simon Kjaer, capelli e tatuaggi alla Méxes, del quale dovrà raccogliere l'eredità. «So di avere davanti Juan e Burdisso, ma spero di ritagliarmi il mio spazio. Sono giovane, devo lavorare e migliorare tanto, ma credo in me stesso e nelle mie qualità. Totti? È il capitano, fa sempre la differenza, e la farà anche in questo progetto. Secondo me deve giocare sempre». Chissà cosa ne pensa il tecnico, che per la gara col Cagliari (arbitra Gava) avrà l'imbarazzo della scelta: ieri in allenamento ha mischiato un pò le carte, provando da una parte un tridente composto da Totti, Osvaldo e Okaka e dall'altra Lamela, Bojan, Borriello. In mezzo al campo si va verso l'esordio in contemporanea di Gago e Pjanic, con De Rossi spostato nel ruolo di intermedio. In difesa Burdisso, Kjaer e Heinze si giocano due maglie.