rassegna stampa roma

Borriello: «Lo spogliatoio è compatto e sta col mister»

(Il Romanista-D.Galli) Curci (a proposito: l’esultanza smodata ai gol doriani non fa onore a uno che si professa della Roma) ci ha messo i guanti. Altrimenti, ieri Borriello avrebbe incrementato il suo bottino in giallorosso.

Redazione

(Il Romanista-D.Galli)Curci (a proposito: l’esultanza smodata ai gol doriani non fa onore a uno che si professa della Roma) ci ha messo i guanti. Altrimenti, ieri Borriello avrebbe incrementato il suo bottino in giallorosso.

Se chi è cresciuto nel vivaio della Roma e adesso para - e gode - per la Samp non fosse arrivato su quella conclusione a incrociare nel primo tempo, Marco sarebbe già in doppia cifra nello score di campionato (ora è a quota 9).

«Il merito - sottolinea l’ex milanista - in quella occasione è stato soprattutto di Curci. Ha fatto una gran parata. Peccato, perché ci stavamo muovendo bene in avanti». Quella occasione. Di più: un’occasionissima. Un’azione nata dalla genialità, tanto per cambiare, di monsieur Houdini. Di Menez. Salta due uomini, ottiene la collaborazione di Vucinic, la palla passa a Borriello e termina a fondo campo dopo la deviazione, appunto, del numero uno della Doria. Era indirizzata all’angolino basso. Sembrava imprendibile. «Peccato», dice Borriello. Peccato (anche) perché per lui, come gli hanno ricordato dalla Curva Sud di Marassi per tutto l’incontro, questo era un derby. L’anima genoana non ha partorito vendette, purtroppo.

Ma il rammarico di Marco, ovviamente, non è certo per questo. «Se sono deluso per la sconfitta? Sì, assolutamente. Era una partita da vincere e si era messa bene. Invece torniamo a casa a mani vuote. Purtroppo, l’errore di un grande campione (Juan chiaramente, ndr) ci ha condannato e la partita si è messa in un altro modo. Peccato, perché la squadra stava giocando abbastanza bene ed avevo l’impressione che stavamo portando i tre punti a casa tranquillamente». Per l’ennesima volta, a Roma si è messa in discussione l’unità del gruppo-Ranieri. Borriello prova a scherzarci su (ma c’è chi come De Rossi s’è invece stufato di sentire certe storie...): «Non è un momento facile per i media. Noi che viviamo lo spogliatoio siamo sereni e contenti. Purtroppo a Roma ci sono dieci radio, dieci televisioni e qualche argomento piccante bisogna pur trovarlo. Però lo spogliatoio è compatto. Soprattutto dopo tre vittorie, l’atmosfera era serenissima. Ora senza dubbio ci aspettiamo altri malumori in settimana, ma vi assicuro che la squadra è compatta. Sta con l’allenatore. Andremo a Cesena per fare una bella partita, ottenere una bella vittoria e per stare sempre lì in alto. Il campionato è ancora lungo. Andiamo avanti».

Andiamo avanti, anche perché la Roma ha dimostrato di avere le possibilità per giocarsela fino in fondo. Con chiunque. Soprattutto con un Borriello così devastante: nove reti in campionato, quattro in Champions. C’è chi gli chiede di darsi due voti. Uno alle prestazioni e uno ai capelli: «Ai capelli sicuramente 10. È un po’ - ridacchia il bomber - una tendenza rock-punk. In questo periodo mi sento un po’ così. Riguardo alle mie prestazioni, direi che nelle ultime non sono stato molto appariscente a livello di gioco, ma molto concreto. Peccato per oggi (ieri, ndr). Curci mi ha tolto l’urlo dalla gola, ma direi che anche stavolta ho lavorato bene sulle palle che sono arrivate in area. Ad esempio quella del tiro parato da Curci, una di testa sul secondo tempo o il contropiede in cui ho fatto espellere un difensore. Quando la palla arriva ai 20 metri, sono sempre presente. E questo è quello che deve fare una punta».