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Borriello, la sorpresa più bella

(Il Romanista – C.Zucchelli) – Oggi è il 22 luglio. Oggi è il compleanno della Roma. Il 22 è anche il numero di Marco Borriello, per un motivo che sta bene nel cuore e lì deve restare.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) - Oggi è il 22 luglio. Oggi è il compleanno della Roma. Il 22 è anche il numero di Marco Borriello, per un motivo che sta bene nel cuore e lì deve restare.

E qualcosa da festeggiare ce l’ha anche lui, che in questa prima settimana di ritiro si è preso e ripreso (ma l’aveva veramente persa?) la Roma. Quando Walter Sabatini il giorno della sua presentazione a Trigoria disse: «Borriello? E’ un problema» poteva sembrare che le strade dell’attaccante e della Roma fossero destinate a dividersi per sempre. Andava riscattato dal Milan. Andavano spesi 10 milioni - senza calcolare l’ingaggio, superiore ai 2 milioni - per un giocatore che nella seconda parte della scorsa stagione il campo l’aveva visto quasi sempre dalla panchina. La ritrovata forma di Totti, le scelte di Montella e il ritorno al 4-2-3-1 l’avevano costretto a un ruolo da comprimario. Proprio lui che aveva tenuto a galla la Roma nella prima parte dell’anno. Il divorzio, come detto, sembrava a un passo: un clamoroso ritorno al Milan, il trasferimento all’Inter, l’interesse del Psg e quello del Liverpool: si è detto e scritto di tutto. Fino a che non è arrivato Luis Enrique. E il tutto di prima si è completamente capovolto. La rivoluzione culturale è anche la rivoluzione tecnica. Da quando la Roma è a Riscone è parso subito evidente come Borriello fosse uno non solo dei più in forma, ma anche dei più coinvolti. Un paio di giorni fa, quando Andreazzoli gli ha fischiato un fuorigioco in partitella, gliene ha dette di tutti i colori. Ci tiene eccome Marco a ritagliarsi un posto in questa Roma. Luis Enrique nella prima uscita stagionale lo ha schierato attaccante esterno, defilato a destra, salvo poi spiegare: «Era a destra sì, ma ha giocato in attacco. Perché lui è un attaccante». E lui, Borriello, 29 anni compiuti un mese fa, lo ha ripagato con una tripletta. Non sono però solo i gol ad aver conquistato l’allenatore spagnolo. Quello che fa di Borriello uno dei personaggi di questo ritiro (amato dai tifosi, amatissimo dalle tifose che si stanno interrogando se abbia cambiato o meno taglio di capelli) è lo spirito con cui si allena. La grandezza nei piccoli gesti. Come ieri, quando dopo un’esercitazione è rimasto per dieci minuti a colloquio con Moreno per spiegare e farsi spiegare tutti i movimenti. Mimava con le mani cosa dovesse fare, ascoltava, provava e riprovava. E poi, durante l’ennesima partitella, gli ennesimi gol. Di sinistro, naturalmente. Nel pomeriggio di libertà ha giocato a tennis. Ancora sport, ancora movimento. Per lui che è così attento al fisico e all’alimentazione, tanto da essere uno di quelli che a tavola è sempre preciso e attento. In campo questo si vede. Corre e suda. Per prendersi la Roma e riprendersi tutto quello che negli ultimi mesi non c’era stato. Gol e presenze. Oggi è il 22 luglio, il compleanno della Roma. Il 22 è anche il suo numero: era impossibile che la storia finisse.