(Corriere della Sera - L.Valdiserri) - «Non credo che Luis Enrique mi conosca, ma oggi sono felice di andarmi a presentare». Fabio Borini è sfacciato in campo — un gol, un incrocio dei pali, tanti tiri verso la porta avversaria ma anche tanto lavoro per la squadra nella vittoria dell'under 21 in Ungheria — ma sa che la strada per diventare un giocatore importante anche tra i «grandi» è lunga.
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Borini: «Sono fatto per il calcio d'attacco»
(Corriere della Sera – L.Valdiserri) – «Non credo che Luis Enrique mi conosca, ma oggi sono felice di andarmi a presentare». Fabio Borini è sfacciato in campo — un gol, un incrocio dei pali, tanti tiri verso la porta avversaria ma...
Di ritorno da Szekesfehervar gli ha fatto i complimenti anche Arrigo Sacchi: «Gli attaccanti devono essere i primi difensori in una squadra organizzata». Ha un modo di giocare che piacerà sicuramente a Luis Enrique, che ieri lo ha allenato per la prima volta. A prenderlo a Fiumicino è andato Tonino Tempestilli per guidarlo a Trigoria. Vent'anni, prodotto delle giovanili del Bologna, «rapito» dal Chelsea e poi protagonista della promozione in Premier League dello Swansea con 6 gol in 9 partite. Poi il ritorno in Italia.
«Che mi mancava — dice — anche se adesso mi manca un po' l'Inghilterra. Lì ho imparato tanto». Lo aveva preso il Parma, a parametro zero, ma su di lui ha puntato forte Walter Sabatini: prestito a 1,7 milioni e diritto di riscatto a 7. Sono cifre importanti per questo giovane attaccante che interpreta la professione in modo molto moderno. Punta centrale o esterna? «Ho fatto tutte e due le cose. Inutile che dica che ammiro Totti, perché Totti lo conoscono in tutto il mondo. Bojan è giovane e forte, Osvaldo lo conosco meno. Lamela l'ho visto in tv e mi pare bravo. Troppa concorrenza? Sono felice di andare in una squadra che gioca con tre attaccanti. Al Parma c'era spazio per uno solo...». Già, perché con l'arrivo di Floccari hanno pensato di essere a posto.
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