rassegna stampa roma

Borini: «Qui ti senti grande»

(Il Romanista – V.Meta) – Primo: «Non vedo l’ora di cominciare». Secondo: «Sono uno che combatte sempre fino alla fine». Terzo: «La mia esultanza sfrenata dopo il primo gol nello Swansea? Veramente io esulto sempre...

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) - Primo: «Non vedo l’ora di cominciare». Secondo: «Sono uno che combatte sempre fino alla fine». Terzo: «La mia esultanza sfrenata dopo il primo gol nello Swansea? Veramente io esulto sempre così...». Piacere, Fabio Borini.

Si è presentato ieri al suo nuovo pubblico l’attaccante arrivato l’ultimo giorno di mercato dal Parma, e l’ha fatto utilizzando le telecamere di Roma Channel: sorridente, il ventenne Borini è parso già perfettamente a suo agio con la maglia giallorossa addosso. «Sono arrivato da poco dall’Ungheria - ha esordito -, devo dire che ho trovato un clima di grande disponibilità da parte di tutti». Reduce dalla vittoriosa trasferta in Ungheria con l’Under 21 (in cui è stato il migliore in campo per distacco, con tanto di gol del 3-0), l’attaccante si è limitato a lavorare a parte e soltanto oggi assaggerà un vero allenamento con Luis Enrique: «Il mister usa dei metodi d’allenamento che in Italia non si vedono, parla molto con i giocatori, insomma mi piace. E poi ha una mentalità vincente». Sì, perché il perfezionista Fabio Borini («se non mi riesce una giocata, sto lì a provare e riprovare finché non viene bene») è rimasto colpito in primo luogo da questo: «Roma ti fa sentire grande. Quando arrivi qui, ti rendi conto che c’è un gruppo che punta a obiettivi importanti. E questo mi piace». Perché oltre che perfezionista, Borini è anche ambizioso: «Per forza, altrimenti non andrei da nessuna parte: voglio vincere, possibilmente i Mondiali. Qua digente che li ha già vinti ce n’è tanta, speriamo ci aiutino a raggiungere traguardi importanti. Totti? Lo vedevo giocare da bambino, mi ha fatto uno strano effetto stringergli la mano». Ex ragazzino prodigio del Bologna (giocava in Primavera due anni sotto età), Borini ha lasciato casa e famiglia a sedici anni per trasferirsi al Chelsea, ma per deciderlo non ha avuto bisogno di lunghe riflessioni: «Dieci minuti? Io direi dieci secondi! Sono sempre stato convinto che fosse la scelta giusta e la rifarei ancora. Certo, non ho potuto avere i miei genitori accanto, ho dovuto fare tutto da solo, ma questo mi ha aiutato a crescere». Rapido, gran tecnica, negli anni con i Blues ha messo a punto un colpo a effetto, le punzioni calciate con il collo del piede, praticamente da fermo: «Merito di Drogba, è lui che mi ha insegnato». Carattere coriaceo a dispetto dei vent’anni, per lui che ha saputo rialzarsi anche dopo la difficile stagione passata fuori squadra nel Chelsea: «Sì, ho vissuto momenti duri, ma alla fine ne sono uscito e il finale di stagione nello Swansea mi ha dato ragione. Il Parma mi ha riportato in Italia, ma quando ho saputo che mi voleva la Roma, ho deciso che valeva la pena affrontare un altro trasferimento». Della città e della squadra gli hanno parlato in tanti: «Uno dei miei migliori amici è romanista, i medici dell’under 21 pure: mi hanno detto del derby, di come lo vive la città. Spaventato? Macché: io ho sempre lottato e continuerò a farlo».