(Corriere dello Sport, R. Boccardelli) - Se continua così diventerà ben presto il ball-buster romanista, l’acchiappa-palloni giallorosso che quando va in campo (dall’inizio o a partita in corso non fa differenza) porta un personalissimo pressing a gran parte di difensori e centrocampisti avversari, interpretando così al meglio il dettato cataloasturiano di Luis Enrique: la difesa si fa nella metà campo avversaria e gli attaccanti diventano i primi difensori.
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Borini, l' acchiappa palloni: “Mi diverto, attacco e difendo”
(Corriere dello Sport, R. Boccardelli) – Se continua così diventerà ben presto il ball-buster romanista, l’acchiappa-palloni giallorosso che quando va in campo (dall’inizio o a partita in corso non fa differenza) porta un...
In questo senso il ragazzo di Bologna cresciuto in Inghilterra, è il prototipo del calciatore ideale. Naturalmente ci vogliono anche altre doti oltre a una volontà di ferro, gambe svelte e fiato da vendere, per diventare un calciatore di altissimo livello. Ma, a 20 anni, Fabio Borini è decisamente sulla buona strada come conferma il facile e immediato adattamento a Roma, alla Roma e alle esigenze della squadra.
ABITUATO - In settimana rivestirà la maglia azzurra dell’Under 21, intanto parla del suo primo mese in giallorosso. «Bilancio più che positivo. Dall’inizio o no, ho sempre giocato, credo benino. Il tecnico si è confermato uno che non fa gerarchie, che dà chance a tutti. Mi diverto. Poi è chiaro che la maglia bisogna sudarsela in allenamento e facendo bene quando sei chiamato in causa». Feeling naturale con le consegne dell’allenatore. «In questo senso sono stato fortunato perchè nella passata stagione, nello Swansea, avevo un allenatore, Rodgers, che voleva un calcio molto simile, con gli attaccanti subito in pressing sui difensori avversari».
DIFFERENZE - Allevato da Ancelotti a Londra, Borini, che al tecnico di Reggiolo deve molto (lo ha fatto debuttare in Premier...) ammette che ci sono grosse differenze tra l’idea di gioco di Ancelotti e quella di Luis Enrique. «Il primo parte dall’organizzazione difensiva per poi sviluppare la manovra; il secondo parte dal gioco d’attacco nel quale è contemplata anche la fase difensiva. Ciò non toglie che sono entrambi grandi tecnici. Ferrara? Tatticamente è una via di mezzo» .
CONFRONTO - Sfrontato, smaliziato, svezzato dall’esperienza britannica nonostante la giovane età, Fabio chiarisce il senso del confronto tra tecnico e giocatori dopo le prime deludenti gare. «E’ stato un dibattito aperto, costruttivo, come in un’azienda in cui il manager si confronta con i suoi dipendenti per far funzionare tutto al meglio. Noi abbiamo detto alcune cose, il tecnico ci ha ascoltati e ci è venuto incontro a livello tattico. Allo stesso tempo ci ha spiegato meglio cose che lui voleva e che in campo non riuscivamo a fare per il meglio».
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