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Borini, il piccolo Inzaghi prova a sfruttare l' occasione della vita

(Corriere dello Sport – G. Burreddu) – Alle 18.57 la grande occasione si è materializzata in firma: Borini in prestito dal Parma alla Roma.

Redazione

(Corriere dello Sport - G. Burreddu) - Alle 18.57 la grande occasione si è materializzata in firma: Borini in prestito dal Parma alla Roma.

Poi cerchi su internet ' Borini', 'Fabio', e la rete si spalanca a un sacco di info preziose: è nato a Bentivoglio, alle porte di Bologna; ha giocato nel Chelsea; è uno che conosce il mestiere della punta pure se l'età è supper­giù quella di una matricola. Che forse una matricola lo è davvero, Bori­ni. Colpa delle zero presenze in serie A, campionato che non ha visto nemmeno col bi­nocolo.

 

EMERGENTE - Fortunatamente, però, zero a volte vuol direinizio, significa nuovo, ine­splorato. In un mondo con­servatore come è quello del calcio, puntare su un venten­ne che non ha mai disputato una gara nell'ex torneo più bello del mondo è un appa­rente controsenso. Ma Borini ha l'entusiasmo del giovane e la malizia del co­smopolita: ba­steranno? Ave­va sedici anni quando passò dalle giovanili del Bologna a quelle londine­si del Chelsea«Vieni da noi? Ti facciamo diventare un calciatore», gli avevano det­to. E stato così. Gli inglesi non mentono. Per fare l'at­taccante, poi, bisogna buttar­la dentro. E allora vai col conteggio: con la squadra ri­serve dei Blues, nel 2009, Borini firma una decina di gol in undici partite. Uno, il primo, lo realizza contro l'eterno rivale di sempre: lo United. Ancelotti lo nota per forza, lo convoca (per scelta) in Champions (contro il Por­to,ma resta in panca) prima di farlo esordi­re in Premier contro il Tot­thenam il 20 settembre del­lo stesso anno.

ITALIA MIA - La comparsata sul palcoscenico inglese non gli basta. Borini vuole di più. Borini vuole giocare. Così sveste i panni della promessa e decide di diventare uomo tornando in Italia. Il Parma gli offre un contratto, un quinquennaleche se non vale un vitalizio poco ci manca. E comunque ha l'odore di bucato fresco del futuro garantito. Nel mezzo c'è il prestito al Swan­sea City (cadetteria inglese) e la conferma che su Borini varrebbe la pena puntarci al­meno un pen­ny. Com'è e co­me non è: 6 gol in 12 presenze sono stati un contributo de­terminante al­la scalata in Premier dei gallesi che lan­ciarono John Charles. Ghi­rardi, da Parma, intanto si fregava le mani.« Sono alla quinta stagione nel calcio e mai dagli addetti ai lavori ho ricevuto tanti complimenti come per questo ingaggio », aveva detto a operazione conclusa.

ROMAMOUR - Ieri qualcosa è cambiato. A tre minuti dalla chiusura del mercato estivo Borini è passato alla Roma. Non è un colpo di scena: è il segno che i giallorossi sono lungimiranti. E' arrivato in prestito, ma tant'è: dal por­ridge alla cacio e pepe, Bori­ni il parmigiano l'ha sorbito solo a scaglie. Di lui dicono che è stilisticamente brutto come Inzaghi. Però Inzaghi fa gol e i fashion stylist del pallone qualche volta non li fanno. E poi è un cervello di ritorno, cioè uno che la fuga l'ha fatta al contrario: dal­l'estero è tornato a casa, in Italia.« Da straniero », dice lui. Una cosa è certa: Borini e il pallone parlano la stessa lingua.