(Il Romanista - M.Macedonio) «Ho visto una Roma in progresso. Più concentrata e determinata. E con quel tener palla, prerogativa del gioco di Luis Enrique, che ha però bisogno di migliorare in fase di finalizzazione».
rassegna stampa roma
Boniek:«Lasciate lavorare Luis Enrique»
(Il Romanista – M.Macedonio) «Ho visto una Roma in progresso. Più concentrata e determinata. E con quel tener palla, prerogativa del gioco di Luis Enrique, che ha però bisogno di migliorare in fase di finalizzazione».
Si dice ottimista, sia pure con la moderazione che gli è propria, Zibì Boniek, all’indomani della gara tra Inter e Roma a San Siro. «Certamente un passo avanti – aggiunge – anche se è importante non esaltarsi più di tanto».
La Roma quindi le è piaciuta. Il possesso palla va benissimo, ma a mio parere deve poter sfociare di più in passaggi smarcanti. Due o tre volte la Roma ha avuto la possibilità di andare gol – e almeno una è stata clamorosa – ma non ha saputo sfruttare al meglio le occasioni. Il rammarico sta anche nell’aver giocato contro una squadra con mille difficoltà, e che però, negli ultimi venti minuti, ha avuto anche le sue occasioni per segnare. Cos’è che l’ha colpita di più? Secondo me, si vede il lavoro che è stato fatto. Diamo però tempo a Luis Enrique. Il pareggio va bene, ma ero comunque fiducioso. Ricordo che la Roma, a San Siro, negli ultimi anni ha sempre fatto grandissime partite, anche quando non ha vinto. I presupposti per far bene, insomma, ci sono. Si tratta di calibrare meglio i meccanismi in fase offensiva. Soprattutto sugli esterni. Borini, da questo punto di vista, è tra quelli che sabato hanno fatto meglio. Si è saputo spesso liberare, con palloni deliziosi, che potevano anche tramutarsi in gol. Ripeto: il possesso palla è ancora un po’ fine a se stesso. Non c’è quel cambio di marcia che è importante in questo tipo di gioco. Il pallone filtrante: è questo, al momento, che manca.
Il tecnico ha sorpreso un po’ tutti, schierando Perrotta e Taddei esterni bassi. Una mossa azzardata? Assolutamente no. Sono cose normali. I giocatori, soprattutto quelli che Roma ce l’ha già uno con quelle caratteristiche, hanno buona tecnica, sanno giocare in tutte le posizioni. Taddei, poi, mi sembra che fosse stato già provato in quel ruolo. E onestamente, ha fatto bene. E anche Perrotta, non ha certo difficoltà a interpretarlo. Del resto, se Luis Enrique vuole che si mantenga palla, è anche logico che ricorra a giocatori che la palla sappiano trattarla bene, e abbiano quindi buoni piedi. Anche il Barcellona di Guardiola gioca solo con Piquet dietro, mentre i laterali non sono difensori in senso stretto ma giocatori che sanno soprattutto spingere sulle fasce. Tanto più che De Rossi ha spesso ricoperto il ruolo di terzo centrale… De Rossi è un giocatore che, quando è in forma, è straordinario. Sabato ha dimostrato ancora una volta di essere uno che conosce il timing, i movimenti… Con quella capacità di spostarsi e di essere sempre al posto giusto al momento giusto. Davvero straordinario! Chi l’ha impressionata di più, l’altra sera? Daniele è quello che, alla lunga, mi è sembrato il migliore di tutta la formazione. Ma anche gli altri, hanno giocato tutti bene. E tra i nuovi? Pjanic mi piace molto. Gago è certamente un buon giocatore, anche se Roma ce l’ha già uno con quelle caratteristiche, ed è Viviano, un giovane a mio parere molto promettente. Poi c’è Bojan, che probabilmente un po’ soffrirà, perché Borini ha già dimostrato di saper essere molto pericoloso: è uno che salta l’uomo e attacca bene gli spazi vuoti… Insomma, tutti volevano una rosa ampia: mi sembra che ora ci sia, soprattutto davanti. Penso anche a Borriello, o a Osvaldo, un buon giocatore, che aspetterei però di vedere nel suo ruolo di punta centrale
Si può essere dunque ottimisti? Certamente sì. Ma si deve avere pazienza e, soprattutto, continuare a lavorare. Mi sembra che il gioco cominci ad entusiasmare, almeno a quanto ho sentito dallo stesso allenatore, ma so anche che potrà diventare più che buono se riuscirà a trovare migliori soluzioni in avanti.
Il tecnico ha detto che i risultati accrescono la fiducia e consentono di lavorare meglio. Non c’è bisogno che lo dica Luis Enrique, perché lo sappiamo tutti. Le vittorie danno sicurezza, convinzione e felicità, mentre le sconfitte portano solo pensieri, incertezze e notti insonni. Diciamo che il punto di partenza c’è: sia in classifica, perché un punto è già un piccolo passo, sia sotto il profilo del gioco, dove i miglioramenti mi sono sembrati evidenti. Torniamo alla squadra. La posizione di Totti, così arretrata? Secondo me, se Francesco giocasse un po’ più avanti, potrebbe essere ancora goleador, perché sa ovviamente come muoversi in quella zona del campo. Ma se dà una mano anche al possesso palla, tanto meglio. Buono anche il rientro di Pizarro. Che sembrava dover essere escluso dal progetto, e invece ha confermato che in questa squadra può starci benissimo. Il calcio è spesso pieno di affermazioni e proclami che lasciano il tempo che trovano. Perché poi, il calcio, quello vero, è un’altra cosala
© RIPRODUZIONE RISERVATA