rassegna stampa roma

Bojan perde terreno. Al Meazza in panchina

(repubblica.it – M. Pinci) – Per i giudizi è presto. L’alba dell’avventura romanista, per Bojan, non è però iniziata nel migliore dei modi.

Redazione

(repubblica.it - M. Pinci) - Per i giudizi è presto. L'alba dell'avventura romanista, per Bojan, non è però iniziata nel migliore dei modi.

Quando a Luis Enrique è stato chiesto di presentare le proprie richieste per costruire la sua prima Roma, al primo posto della lista di mercato ha inserito il nome dell'attaccante cresciuto alla Masia del Barça, decollato con Rijkaard ma dimenticato da Guardiola. Oggi, a distanza di due mesi scarsi dal giorno della firma del contratto, Bojan solleva già più d'un dubbio. Il ragazzo venuto da Barcellona sembra aver già smarrito il sorriso con cui si era presentato a metà luglio tra le montagne di Riscone. Dallo sbarco da marziano, forse per la provenienza da quell'universo blaugrana a cui la Roma di Luis Enrique non fa mistero di ispirarsi, a oggetto misterioso della prima linea romanista. Eppure, le premesse erano di quelle che potevano far ben sperare: per strapparlo alla casa madre la Roma ha accettato di pagare il cartellino 12 milioni di euro, con uno sconto dell'ottanta per cento sulla clausola rescissoria da cento milioni, ma regalando ai catalani la possibilità - diventata obbligo - di riscattarlo tra due anni restituendo l'intera posta. Poi, le prime amichevoli, qualche lampo nella Roma abulica di Valencia, una traversa che bissava quella colpita contro il Vasas. Preludio di un trionfo? Non fino ad oggi. I primi 270 minuti della stagione, due volte con lo Slovan e all'Olimpico contro il Cagliari, hanno offerto un Bojan timido, fermo, fragile.

Se ne è accorto anche Luis Enrique. Che, se fino alla gara di ritorno con gli slovacchi aveva preferito incombere nelle ire della piazza sostituendo Totti piuttosto che bocciare il talentino catalano, nell'esordio in campionato invertiva dopo un'ora il disegno originario: fuori Bojan, il simbolo della nuova idea di calcio voluta dal tecnico, dentro Borriello, ultimo grande colpo della vecchia proprietà. Come passare dalla rivoluzione culturale alla restaurazione dell'Ancien Regime. E per Milano, sabato contro l'Inter, il piccolo attaccante venuto dalla Spagna e cannoniere della selezione della Catalogna (in attesa di trovare spazio anche nella nazionale campione del Mondo), rischia di sedersi per la prima volta su una panchina italiana. Complice, anche, un affaticamento muscolare che gli ha consigliato di interrompere in anticipo l'allenamento odierno. E, già a San Siro, la concorrenza aumenterà: oltre a Borriello, a Borini, è pronto al rientro anche l'altro gioiellino Lamela. Il tempo per ritrovare una maglia non manca. Lo spazio, però, è sempre meno.