Bojan, Europeo deludente. Didac titolare e assistman

(Gazzetta.it – F.M. Ricci) Uno ha giocato poco tutto l’anno e non ha invertito la tendenza in quest’estate trionfale per la giovane Spagna. L’altro a gennaio è arrivato in Italia, è sparito, ma almeno in Danimarca ha rivisto l’erba e la felicità.

CANTERANI CATALANI — Parliamo di Bojan Krkic e Didac Vilà, canterani catalani, il primo del Barça, il secondo dell’Esapnyol. Avversari in città, compagni con l’Under 21 che ieri sera si è presa il suo terzo Europeo battendo 2-0 la Svizzera. Bojan sarà pure il ventenne più giovane del Barça ad arrivare a 100 gare di Liga, ma quelle giocate da titolare sono il 40% e i minuti totali accumulati nel campionato appena chiuso sono stati appena 949. Pochi e poco importanti. Bojan è chiuso da Messi. Poi è arrivato l’Europeo ed è stato chiuso dal meno noto Adrian, centravanti retrocesso col Deportivo (8 gol in 36 partite), brutto da vedere ma molto utile a Luis Milla, il c.t. dell’Under 21 che in Danimarca ha visto ripagata la sua fiducia con 5 reti.

LA DELUSIONE — Bojan nelle 5 gare danesi è stato in campo per 66 minuti, spalmati su tre incontri: “E’ chiaro che sono deluso – ha detto ieri sera Krkic jr in zona mista ad Aarhus –. Speravo di giocare di più, di avere un ruolo più importante in questo torneo. Però sono contento per la vittoria, ora pensiamo al futuro”. Che secondo tutti dovrebbe essere a Roma, alla corte di Luis Enrique. “Non sono ancora un giocatore della Roma”, ha detto Bojan, che sta per essere pagato dai giallorossi 10 milioni di euro, tanto quanto il Real Madrid, per fare un esempio, ha sborsato per Nuri Sahin, scelto dai colleghi della Bundesliga come miglior giocatore della stagione in Germania. TORNA A CASA — Didac invece in Danimarca non è mai uscito: 5 partite complete, cosa concessa da Milla solo a Thiago, De Gea e Botia. Un bel torneo il suo, infiocchettato con l’assist a Ander Herrera che ieri sera ha portato alla Spagna il primo gol alla Svizzera. Didac è già stato promesso in prestito dal Milan all’Espanyol. Decisione quasi obbligata visto che da quando è arrivato a Milanello ha giocato solo una partita, l’inutile gara di Udine all’ultima giornata. La ruggine accumulata in Italia non gli ha legato i movimenti sulla fascia sinistra durante l’Europeo. Allegri non lo vede, e ovviamente avrà i suoi motivi. In Spagna invece lo vedono eccome, e allora meglio tornare a casa.