rassegna stampa roma

Bojan c'è «Per giocare il tiqui-taca serve tempo»

(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – All’una di notte, la movida, un’istituzione da queste parti, può attendere. Sono ancora tutti qui, i valenciani: grandi e piccoli, uomini e donne, da soli, in coppia, a gruppi.

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - All'una di notte, la movida, un'istituzione da queste parti, può attendere. Sono ancora tutti qui, i valenciani: grandi e piccoli, uomini e donne, da soli, in coppia, a gruppi.

I loro beniamini sono andati via, a questo punto saranno già in qualche bar della Marvallosa. Ma loro aspettano che dalla pancia del Mestalla esca fuori la pulce giallorossa, Bojan Krkic. Salvato La festa è stata una lunga sagra di paese: lo stadio esaurito, la presentazione della squadra, lo speaker folcloristico, il cantante neomelodico, i fuochi d'artificio. La partita, invece, l'hanno presa maledettamente sul serio, giocatori e tifosi. La Roma pensava ad una scampagnata e ha fatto la figura dello sparring partner. Sarà per questo che l'uscita dei calciatori romanisti dalla pancia dello stadio viene accompagnata da straordinaria benevolenza: applausi, incitamenti, fotografie. Ma quando esce la pulce giallorossa, appunto verso l'una di notte, succede qualcosa di imprevedibile: gli incitamenti diventano boati, i flash giochi pirotecnici, le transenne ballano, le ragazzine quasi svengono. Trattato come una rockstar. L'abbraccio lo stritola, c'è un momento di panico, la security della Roma è presa in contropiede. E la pulce, il folletto buono, ha un gesto di stizza, incredibile per lui, gli scappano pure un paio di «imbecilli». Lo infilano dentro il pullmino concesso ai cronisti, che in un attimo viene circondato da ragazzi e ragazze che prendono a battere i pugni sui vetri. L'autista chiude e parte a razzo, Bojan si volta indietro, ancora scosso. Poi si guarda intorno, dov'è capitato? Lo abbiamo salvato da troppo amore.

E accerchiato Quasi si sente in dovere di darci una spiegazione. «I valenciani e i catalani sono vicini di casali, praticamente siamo cugini...». Tira fuori un paio di BlackBerry, comincia a smanettare, prova a fare una telefonata, ma dove scappa? Il tragitto verso il suo albergo — gli spagnoli hanno approfittato dei due giorni di riposo per tornare a casa — è sufficientemente lungo per porgli qualche domanda. Bojan, che sfortuna: ancora una traversa. «Già, è la seconda consecutiva, ma questa è stata incredibile: nove volte su dieci il pallone sbatte sotto la traversa e finisce in rete. Speriamo di segnare contro lo Slovan, in Coppa. Peccato perché un gol a quel punto ci avrebbe rimesso in partita e magari avremmo evitato questa sconfitta». Preoccupato? «Ma no, perché? Non dite che siamo stati disastrosi, gli episodi del match ci hanno condannato: prima l'errore di Angel, poi il secondo gol preso da un nostro calcio d'angolo. Non dimentichiamo che il Valencia era più rodato di noi e nel secondo tempo, quando siamo cresciuti, ha messo la squadra titolare». Insomma, non è il caso di disperarsi. «Dobbiamo avere pazienza, la chiedo ai tifosi: aspettateci, dateci tempo, il mister ha introdotto un sistema nuovo, la Roma non era abituata al tiqui-taca e ci vuole un po' per assimilarlo, ma abbiamo giocatori di livello che imparano in fretta». La pulce, invece, sa già come si fa.