(Leggo - F.Balzani) - Dalle parti di Trigoria sono certi: a Bojan serve un giro in panchina. Nelle prime tre uscite ufficiali della Roma (contro Slovan e Cagliari), lo spagnolo è apparso abulico, fuori dal gioco, senza nerbo.
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Bojan bocciato, in panca con l’Inter
(Leggo – F.Balzani) – Dalle parti di Trigoria sono certi: a Bojan serve un giro in panchina. Nelle prime tre uscite ufficiali della Roma (contro Slovan e Cagliari), lo spagnolo è apparso abulico, fuori dal gioco, senza nerbo.
Un atteggiamento che Luis Enrique non ha gradito affatto. Contro l’Inter, sabato a San Siro, Bojan non partirà titolare visto il ritorno di Lamela e la grande voglia mostrata da Borriello e Borini. L’attenuante del ruolo (Bojan preferirebbe giocare più al centro, al posto di Totti sostanzialmente) non basta a spiegare il flop iniziale del giovane spagnolo che tra l’altro fa il palio con quello di Osvaldo, altro giocatore fuori ruolo e dal carattere particolare. «Il talento è in ritiro, ma il carattere si forma nel tumulto del mondo» scriveva Johaan Goethe. Un aforisma che sembra adattarsi perfettamente a Bojan: ventun’anni, oltre 100 presenze col Barcellona e una media gol da bomber nato (0,54 a partita).
Il talento non si discute. Ora passiamo al carattere. Per comprendere meglio le fragilità di Bojan basta fare un passo indietro, a febbraio 2008, quando fu convocato dall’allora ct della Spagna per la gara contro la Francia. L’esordio con la maglia delle Furie Rosse gli fece tremare le gambe. Una sospetta chinetosi gli fece perdere il privilegio di essere il più giovane giocatore a esordire con la maglia della Spagna. Ad agosto dello stesso anno viene convocato da del Bosque per un’amichevole contro la Danimarca: l’esordio viene rimandato nuovamente. Nei giorni seguenti, il tecnico serbo Radomir Antic esprime il desiderio di convocarlo, ottenendo un nuovo rifiuto. A Barcellona descrivono Bojan come un bravo ragazzo, riservato e un po’ timido. Un po’ troppo, secondo qualcuno. Proprio per questo la società catalana, che ha visto crescere Krkic dalla cantera alla prima squadra, ha deciso di mandarlo a «farsi le ossa» a Roma. Dove Bojan è stato indicato da subito come l’erede di Francesco Totti che alla sua età aveva segnato meno gol, ma mostrato un carattere per nulla fragile. Il padre, suo omonimo, vive con lui a Roma e gli fa da procuratore e portavoce (altro segnale della mancata maturità di Krkic). «Dategli tempo e farà vedere quello che vale», ha dichiarato il genitore-tuttofare. L’impressione però è che al momento Luis Enrique (vista la crisi di risultati) di tempo non ne abbia poi così tanto. «Non capisco tutto questo clamore per la sostituzione di Francesco?», aveva dichiarato Bojan. La sua esclusione non farà altrettanto rumore.
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