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Bojan attacca: «A me piace giocare sempre»

(Il Messaggero – M.Ferretti) Terzo gol in campionato, il secondo consecutivo dopo quello (inutile) rifilato al Milan. E, per la prima volta, è riuscito a segnare in trasferta.

Redazione

(Il Messaggero - M.Ferretti) Terzo gol in campionato, il secondo consecutivo dopo quello (inutile) rifilato al Milan. E, per la prima volta, è riuscito a segnare in trasferta.

Bojan, del resto, l’aveva quasi giurato a se stesso: voleva dare un senso vero al suo avvio di avventura romana, voleva lasciare il segno e a Novara c’è riuscito. Partendo, ancora una volta, dalla panchina.

Sarà un caso (o forse non lo è...), ma quando il piccolo spagnolo non gioca da titolare ma ha la possibilità di entrare in campo quando gli avversari sono un po’ stanchi è tutta un’altra faccenda. Segnali, sotto questo aspetto, c’erano stati in casa contro il Palermo, quando era entrato nell’ultima parte della gara e aveva dato spettacolo, blindando la vittoria della Roma; è (ri)accaduto ieri sera al Piola di Novara. Bojan è entrato in campo con la voglia di spaccare la partita e c’è riuscito. Alla grandissima.

Prima ha costretto Fontana ad un paio di parate complicate, quindi ha fatto centro sul solito assist di Pjanic. E dopo la rete, Bojan è volato tra le braccia di Heinze, che stava in panchina, e che probabilmente gli aveva pronosticato il gol. «Se gioco sempre così Luis Enrique mi farà sempre iniziare dalla panchina? Non lo so, è il mister che decide, una volta dall’inizio un’altra dalla panchina. Io cerco di impegnarmi al massimo sempre», le sue parole.

E ancora. «Io voglio sempre giocare. Quando non gioco sento maggior voglia di fare bene. Quando sono entrato ho provato a fare tante cose, a far gol soprattutto e ci sono riuscito». Una Roma che dopo tre sconfitte in quattro partite è tornata a vincere facendo, in casa di una neo promossa, il minimo sindacale. «Dove puo arrivare questa squadra? Non lo so, ma credo che dobbiamo lavorare molto. E quando si vince o quando si perde, dobbiamo sempre rimanere tranquilli».

Poi, un’analisi della partita. «All’inizio ci sono stati pochi tiri e poche occasioni, ma era difficile giocare perchè loro stavano dietro e c’erano pochi spazi. L’importante, però, era vincere e abbiamo centrato l’obiettivo. Durante l’intervallo Luis Enrique non ci ha detto niente di particolare, ma soltanto di continuare a provare le giocate. Alla fine, ha avuto ragione lui».

Come era accaduto contro l’Atalanta (gol di Simplicio) e contro la Lazio (gol di Osvaldo), anche a Novara Miralem Pjanic ha offerto un delizioso assist-gol. Anzi, ieri sera ha raddoppiato calciando l’angolo che ha portato al gol di Osvaldo. «Sono contento per i tre punti, per la prestazione ma soprattutto per la squadra che ha ottenuto la vittoria su un campo difficile», il commento del bosnianco. «L’ingresso di Bojan ha cambiato la partita, vero, ma è stata anche la parata di Stekelenburg su Meggiorini ad essere decisiva. All’inizio io faticavo a giocare per la pioggia, poi è andata meglio. Noi abbiamno bisogno di tempo per crescere, siamo una squadra formata da elementi nuovi ma non vedo avversari che giocano molto meglio di noi: stiamo assorbendo una nuova filosofia, dateci tempo, possiamo raggiungere obiettivi importanti», la sua chiosa.