rassegna stampa roma

Bertolacci: «Roma, vedrai quanto valgo»

(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) – E’ appena rientrato da una bre­ve vacanza a Ibiza, Andrea Bertolacci non vede l’ora di cominciare. La Roma lo ha riscattato dal Lecce e lo ha convo­cato per il ritiro. Venerdì ha...

Redazione

(Corriere dello Sport - G.D'Ubaldo) - E’ appena rientrato da una bre­ve vacanza a Ibiza, Andrea Bertolacci non vede l’ora di cominciare. La Roma lo ha riscattato dal Lecce e lo ha convo­cato per il ritiro. Venerdì ha ricevuto la raccomandata.

A 20 anni il giovane cen­trocampista si gioca una grande chance. « Tra dieci giorni si ricomincia, ma da domani mi allenerò per conto mio per farmi trovare pronto ».

Era andato via un anno e mezzo fa, con quali prospettive torna?

«Proverò una grande emozione, sono cresciuto nel settore giovanile, è sem­pre bello tornare nella società che mi ha lanciato. L’importante è trovare la continuità che mi consenta di crescere per capire dove posso arrivare in futu­ro. Questo posso farlo solo giocando e mettendomi in mostra».

Alla Roma ci sono già molti centro­campisti, la concorrenza sarà agguerri­ta.

«Lo so, ma non mi spaventa. Io penso a lavorare al meglio e ad andare in riti­ro con grandi motivazioni per dimostra­re le mie qualità».

Troverà Luis Enrique, un allenatore abituato a lavorare con i giovani.

«Mi incuriosisce molto. Se il modello è quello del Barcellona sarà divertente, per gli spettatori e per chi gioca».

Torna a casa dopo un anno e mezzo a Lecce. E’ stato utile?

«Sono andato via di casa che non ave­vo ancora 19 anni, sul piano umano è stata un’esperienza molto utile. Sul campo ho dimostrato le mie qualità, ma voglio migliorare ancora».

Che idea si è fatto sulla Roma che sta nascendo?

«Stanno arrivando tanti giovani, Bo­jan ha esordito nel Barcellona a 18 an­ni, Josè Angel non lo conosco, ma han­no potuto fare esperienze, quello che manca qui in Italia, mentre all’estero a 21 anni i giocatori di valore sono già ti­tolari fissi. Anche in Italia potrebbe es­sere così, i giovani potrebbero trovare più spazio. Io ho avuto la fortuna di tro­vare un allenatore come De Canio che mi ha dato fiducia. E’ importante per il calcio italiano puntare sui giovani».

L’idea di base del Barcellona è il 4-3-3, che Luis Enrique potrebbe ripropor­re a Roma.

«Ho giocato con quel modulo a Lecce, da mezzala sinistra o da vertice basso».

Una proprietà americana, un allena­tore spagnolo. Che ne pensa?

«Se parlo da tifoso spero che sia il be­ne per questa città, per questi tifosi. Da tifoso direi che sono contento».

Dopo il deludente campionato scorso si avverte la necessità di cambiare fi­sionomia alla squadra?

«Non credo che bisogna cambia­re giocatori o mentalità. Questa è una squadra che negli ultimi cin­que o sei anni ha lottato per lo scu­detto ».

Ritroverà giocatori con i quali si è al­lenato da giovanissimo.

«Ho un bel rapporto con Taddei, Ju­lio Sergio, Vucinic, anche con De Rossi, uno che si comporta sempre bene con i giovani».

E Totti?

«Ero giovane, il rapporto è di stima, allenarsi con gente come lui è sempre stato un sogno».

Nella passata stagione è arrivata an­che la soddisfazione dell’Under 21.

«Sono stato un po’ sfortunato, quando sono stato convocato mi sono infortuna­to. Ma è una grande soddisfazione far parte della Nazionale, se trovo continui­tà con il club spero di trovare spazio an­che in azzurro».

Che campionato sarà?

«Molto livellato, il Napoli deve lottare anche in Champions, la Roma ha voglia di rivalsa, la inserisco nella lotta per lo scudetto».

Alla Roma ritroverà Fenucci.

«Ho sempre avuto un bel rapporto, sin dall’inizio, ha creduto in me e quan­do dimostri il tuo valore sul campo sei più stimato. Sono contento di ritrovarlo a Roma, se lo merita».

Su quale giovane scommetterebbe?

«Spero che Santon torni a giocare ai livelli di qualche tempo fa, è forte. A me piace anche Crescenzi che è un amico, un ottimo terzino, con grande futuro».

Zamparini ha detto che dalla Roma non escono più i De Rossi e gli Aquilani.

«La realtà potrebbe essere questa. Il discorso è che in Italia i giovani hanno meno spazio in generale, gli allenatori hanno un po’ di timore a buttare nella mischia un giovane, perchè c‘è l’esa­sperazione del risultato. Per far emer­gere un giovane bisogna dargli fidu­cia ».

Luis Enrique ha la fama di far lavora­re molto i suoi giocatori.

«Non mi spavento anche perchè mi sono allenato con i ritmi di Francesco Rocca nell’Under 20 e so cosa significa la cultura del lavoro».