(Gazzetta dello Sport - A. Catapano) - La prima decisione, la più chiara, è stata rimettere in porta Marangon Doni. Montella ha deciso subito, appena nominato allenatore, e l’ha comunicato alla stampa.
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Banda del buco. Povero Julio Sergio
(Gazzetta dello Sport – A. Catapano) – La prima decisione, la più chiara, è stata rimettere in porta Marangon Doni. Montella ha deciso subito, appena nominato allenatore, e l’ha comunicato alla stampa.
«Nulla contro Julio Sergio, ma per me è più forte Doni e lui deve giocare». Il povero Julio da allora non ha detto più una parola, seccato pure dal sospetto che Montella sia stato consigliato da almeno un paio di giocatori, si dice Juan e De Rossi, entrambi molto legati a Doni. Convinto o consigliato, poco cambia: ad oggi questa scelta resta davvero inspiegabile, sicuramente si è rivelata improduttiva. Cosa è cambiato in porta da quando è stato fatto fuori Julio Sergio? Nulla: la squadra continua a prendere camion di gol, e non si ricordano prodezze di Doni. Anzi, il brasiliano mostra di aver subito un’involuzione tecnica rispetto ad un paio di stagioni fa. Quasi come il Bari... Nello scorso campionato, con Julio Sergio protagonista tra i pali, la difesa fu un punto di forza nella rimonta scudetto. Il resto del reparto, era lo stesso di oggi. Eppure, il rendimento è andato in picchiata. In questo senso, la Roma di Ranieri/Montella vanta numeri zemaniani 47 reti incassate in campionato, 16 in Champions League, 2 in Coppa Italia. Fanno 65 in 43 partite. La difesa giallorossa è la 4 ª peggiore del campionato: solo Lecce (56), Palermo (54) e Bari (48) hanno incassato più gol. Sicuramente — come dicono sempre gli allenatori— in questi casi è tutta la squadra che manca di equilibrio, il centrocampo non filtra più, gli esterni non aiutano, le punte non tornano. Ma con questi numeri, come fai a salvarli i difensori?
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