rassegna stampa roma

Babbo Luisito ha già fatto il regalo ai suoi giocatori

(Corriere della Sera – G.Piacentini) Cambio di programma a Trigoria. L’ennesimo. Oggi e domani la Roma si allena di mattina — la squadra scenderà in campo alle 10.30 invece che alle 14 — per la terza volta in questa settimana,...

Redazione

(Corriere della Sera - G.Piacentini) Cambio di programma a Trigoria. L'ennesimo. Oggi e domani la Roma si allena di mattina — la squadra scenderà in campo alle 10.30 invece che alle 14 — per la terza volta in questa settimana, dopo che Luis Enrique aveva fissato solo sedute pomeridiane.

Una richiesta, quella di anticipare l'orario, che parte dal cuore dello spogliatoio e che il tecnico ha esaudito. Se controvoglia o meno non è dato saperlo. Certo è che la questione dell'orario degli allenamenti rischia di diventare una buccia di banana per tutti, soprattutto per come è percepita all'esterno. È vero che se non ci fosse una così evidente crisi di risultati, probabilmente, nessuno ci farebbe caso, ma Roma è una città che vive di eccessi, sia in positivo sia in negativo, e che in due settimane passa dallo striscione «Mai schiavi del risultato» alla richiesta di dimissioni del tecnico e alle critiche nei confronti dei calciatori che, ancora una volta, per molti tifosi stanno facendo la figura dei «viziati».

Basta ascoltare le radio private, o navigare su qualche social network, per rendersi conto che la richiesta dei giocatori è recepita quasi come una rivendicazione sindacale. Un modo per «fare di meno» — anche se non è così e gli allenamenti di Luis Enrique restano intensi a qualunque ora del giorno — quando tutti chiedono di fare di più. Da Trigoria fanno sapere (in maniera ufficiosa e non ufficiale) che è per restare di più con le famiglie, in prossimità delle feste natalizie. Come se lunedì non si giocasse una partita fondamentale per il futuro della Roma. L'elasticità dimostrata da Luis Enrique, che a inizio stagione ha definitivamente abolito il ritiro pre-partita, come deve essere interpretata? Che lo spagnolo sia un hombre vertical lo dimostrano le sue scelte. Finora non è mai sceso a compromessi, né sul piano tattico né, soprattutto, su quello comportamentale.

Il caso-Osvaldo, ma anche alcune scelte di formazione che possono sembrare cervellotiche, vanno tutte nella direzione del rispetto delle regole, che in un gruppo devono per forza esserci. Forse lo spogliatoio della Roma non è ancora pronto a sopportare la presenza di un tecnico così «duro e puro» come lo spagnolo. Se ne è accorto anche Franco Baldini, l'uomo che ha scelto Luis Enrique e che, in un'intervista della settimana scorsa al Corriere dello Sport, ha dichiarato che lo spagnolo «è un uomo estremamente intelligente e, se dovrà rinunciare a qualcuno dei suoi principi perché è utile alla squadra, non avrà problemi a farlo». Diciamo che Luis Enrique è venuto incontro ai calciatori, come un Babbo Natale che arriva in anticipo. E poi non si può piacere a tutti. Luciano Moggi, ad esempio, ha dichiarato a tuttomercatoweb.com che se Baldini e Luis Enrique andassero via, per la Roma sarebbe un bene. Vecchi e nuovi veleni da Calciopoli in poi.