(Corriere dello Sport - S.Agresti)La Roma americana avanza lentamente. Tanto lentamente che - dopo mesi di attese e speranze - in ritiro non s’intravede un solo calciatore nuovo. Non resta dunque che attendere e sperare, anche se i primi colpi annunciati (Josè Angel e Kameni, aspettando Bojan e Lamela) non è che inducano proprio a sognare.
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Autogol americani
(Corriere dello Sport – S.Agresti) La Roma americana avanza lentamente. Tanto lentamente che – dopo mesi di attese e speranze – in ritiro non s’intravede un solo calciatore nuovo. Non resta dunque che attendere e...
Una ventata di freschezza l’ha portata Luis Enrique, perché ha metodi un po’ diversi rispetto alle nostre abitudini, ma si sa che in estate gli allenatori appena arrivati sono sempre guardati, giustamente, con simpatia e fiducia. Capita al tecnico giallorosso, a Gasperini nell’Inter, a Conte nella Juventus. A ottobre probabilmente non tutti saranno considerati fenomeni come oggi; il mondo romanista confida che Lucho - così chiamano Luis Enrique - sappia confermare e migliorare le buone impressioni iniziali.
Luis Enrique a parte, è indiscutibile che finora la Roma americana abbia prodotto meno stelle e meno strisce di quante ci aspettassimo. Per il momento, si vedono solo coriandoli. Se tre mesi fa qualcuno avesse detto che la squadra giallorossa sarebbe stata allenata da un debuttante e sarebbe andata in ritiro senza un solo giocatore nuovo, lo avrebbero preso per un pessimista cosmico o per un pazzo vero, oppure per tutt’e due le cose. Invece, è così che sta andando.
Nelle ultime ore, ai mancati arrivi si aggiungono le strane situazioni di chi già è giallorosso. In particolare di Totti e De Rossi i quali - è superfluo ricordarlo - non sono due giocatori della Roma, ma sono la Roma stessa: anima, storia, passione, passato, presente e - si spera ardentemente - futuro. De Rossi non ha ancora rinnovato il contratto, che si esaurisce nel 2012. C’è una differenza notevole tra la richiesta del centrocampista e l’offerta della Roma. Una condizione normale all’inizio di una trattativa, se la scadenza non fosse così vicina. E’ evidente che una squadra ambiziosa non può e non deve rinunciare a uno dei suoi simboli, tanto più se si tratta di uno dei calciatori più forti al mondo nel suo ruolo. Perdendo De Rossi, la Roma smarrirebbe una parte di se stessa e si troverebbe costretta a un investimento molto rilevante per acquistare un campione ( e sono pochi, pochissimi) in grado di rimpiazzarlo in modo adeguato sul campo. Siamo certi che tutto si sbloccherà positivamente quanto prima, di sicuro prima che la stagione cominci: non vogliamo nemmeno pensare che la nuova società possa lanciarsi nella prossima stagione agonistica senza avere risolto un caso tanto importante, debuttando con un autogol così clamoroso.
Un autogol l’ha fatto pure Franco Baldini, direttore generale in pectore della Roma. Intervistato da “la Repubblica”, ha parlato molto di ideali e di letteratura, riservando l’unica stoccata a Francesco Totti. Ha detto che può giocare ancora 4-5 anni, a patto che si liberi «della sua pigrizia e di chi usa il suo nome». E ha chiuso: «Più leggero sarà, più lontano andrà con il pallone». A una prima osservazione, certe frasi appaiono ingenerose, inopportune, inadeguate. Riflettendoci appena un po’, diventano così paradossali da sembrare quasi comiche. Come si può accusare di pigrizia un campione che nell’ultima stagione, a 34 anni suonati, ha corso quanto e più di tutti i suoi compagni; uno che prende calci da vent’anni, ha subito infortuni gravi quando era già oltre i trenta ed è sempre rientrato in campo prima dei tempi previsti; uno che è più asciutto e preparato oggi di quando era un ragazzino? E come si può consigliare a Totti un metodo per andare «lontano con il pallone», dopo che ha segnato 207 gol in serie A, affermandosi come uno dei fuoriclasse più splendenti nella storia del nostro calcio? Per restare in tema di letteratura, tanto cara a Baldini, è un po’ come se qualcuno avesse voluto insegnare ad Agatha Christie a costruire la trama di un romanzo giallo. Probabilmente, si sarebbe preso una risata in faccia.
Avendo grande rispetto dell’intelligenza di Baldini, ci viene il sospetto che, in realtà, con queste sue frasi abbia voluto inviare un messaggio a Totti: pensa a giocare, perché i dirigenti siamo noi e non vogliamo tue ingerenze e interferenze. Detto a chi, in questi anni, è diventato spesso uno scudo per la Roma, mettendoci la faccia per proteggere e difendere la società quando la stessa società era debole e annaspava, un richiamo del genere appare oltremodo sgradevole. E poi, eventualmente, non sarebbe stato meglio dirglielo in un colloquio privato?
La nuova Roma deve essere chiara su Totti e De Rossi. E deve essere chiara con Totti e De Rossi. Gli elogi di DiBenedetto (al capitano) e Luis Enrique (al vice) non suonano così bene se sono seguiti dalle stoccate di Baldini e da un contratto che non arriva. Chiarezza, sì. Almeno questa è dovuta.
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