(Il Messaggero - A.Angeloni) Cosa unisce György Sàrosi detto Giorgio e Josè Mourinho detto lo Special One? Molti si chiederanno, innanzi tutto: e chi sarà mai questo Sàrosi? I più giovani non lo sanno, chi ha studiato la storia del calcio italiano post guerra forse sì.
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Aspettando Allegri i tecnici tricolori alla prima
(Il Messaggero – A.Angeloni) Cosa unisce György Sàrosi detto Giorgio e Josè Mourinho detto lo Special One? Molti si chiederanno, innanzi tutto: e chi sarà mai questo Sàrosi? I più giovani non lo sanno, chi ha studiato la storia del...
Sàrosi è stato un allenatore della Juventus, veniva dall’Ungheria e l’Italia lo ha adottato anche come calciatore, ha vinto lo scudetto in bianconero nella stagione ’51-’52 alla sua prima esperienza sulla panchina bianconera.
E Mourinho? Come Sàrosi, il portoghese all’Inter ha vinto lo scudetto al primo colpo. Ecco cosa hanno in comune. L’ungherese è il primo della lista esclusiva di tecnici che, dal dopo guerra ad oggi, si sono cuciti addosso il titolo di campione d’Italia al primo tentativo e per questo sono passati alla storia, Mou l’ultimo. Max Allegri ha la possibilità di aggiungersi a questa lista di eletti e darebbe al Milan anche la palma della squadra con il maggior numero di allenatori scudettati alla prima botta. Per ora i rossoneri si dividono il primato con la Juve: sette a sette.
Sono venti i predestinati. Molti di questi hanno vinto e hanno continuato a vincere anche dopo e in più piazze, altri hanno raggiunto il successo poi sono finiti nell’oblio o quasi. Parliamo di Alberto Bigon, ad esempio. Ha allenato il Napoli di Maradona, ha vinto e ha campato di rendita con quell’incredibile successo. E Alberto Zaccheroni? Stimato allenatore dell’Udinese, al Milan è subito vincente, lo si ricorda in quel bagno di folla di Perugia sulle spalle del fido Bierhoff. Certo, c’è anche chi è sfuggito all’oblio. Giovanni Trapattoni è ovviamente in lista e ci siamo dimenticati gli scudetti che ha vinto con la Juventus. C’è pure Arrigo Sacchi, che non solo ha vinto al primo tentativo ma anche al suo primo anno di A. Un po’ come Capello, se si esclude la parentesi brevissima sempre alla guida dei rossoneri nel finale di campionato ’86-’87: sostituì Liedholm nel finale di stagione, poi tornò quattro anni dopo al Milan, per renderlo e rendersi vincente e invincibile. Tra l’altro don Fabio è riuscito nell’impresa anche con la Juve, ma Calciopoli gli ha tolto questa soddisfazione. Negli ultimi venti anni, Berlusconi ha quasi sempre scelto bene: tre tecnici buoni alla prima, Sacchi, Capello e Zaccheroni, ora attende Allegri.
La Juve, invece, ha spadroneggiato in questo senso nell’immediato dopo guerra e oltre. Detto di Sàrosi, aggiungiamo Ljubiša Brocic, Renato Cesarini (quello della zona Cesarini...), Cestmír Vycpálek, e con quest’ultimo siamo ad inizio Anni ’70. Poi arrivano i Parola, appunto, i Trapattoni e i Lippi, altro novizio o quasi per la serie A, o comunque al primo anno alla guida di una big. Gigi Radice, che è stato anche tecnico della Roma, è diventato grande e passa alla storia per lo scudetto con il Torino, squadra che nei decenni successivi conosce bene e anche la serie B. L’Inter ha regalato lo scudetto al primo colpo a Mourinho, a Giovanni Invernizzi e a Alfredo Foni ad inizio anni ’50. Dei venti, non tutti hanno fatto la carriera di Capello. Insomma, chi vince subito non sempre vince due volte. Ma almeno passa alla storia del calcio. E non è poco.
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