(Il Romanista - C. Zucchelli) - Il paradosso è che, a fine partita, dice: «Ringrazio Rosi perché, col rigore sbagliato, stavo per compromettere tutto l’anno». Il paradosso è che colui grazie al quale questa stagione ha ancora un senso, mette in mostra un’umiltà che raramente i re hanno avuto nella loro storia.
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Totti: “Io non sono finito, la Roma per sempre”
(Il Romanista – C. Zucchelli) – Il paradosso è che, a fine partita, dice: «Ringrazio Rosi perché, col rigore sbagliato, stavo per compromettere tutto l’anno». Il paradosso è che colui grazie al quale questa stagione ha ancora un...
E Francesco Totti re lo è sempre stato. Non lo è adesso che ha superato Baggio nella classifica marcatori di tutti i tempi, non lo è adesso che una bella maglietta, su "suggerimento" di un telecronista inglese, ne celebra la grandezza. Non lo è neanche adesso in cui «tutti quelli che mi davano per finito» fano a gara per ricordare «quanto è grande, quanto è forte». No, Francesco Totti da Porta Metronia, anni 34 re lo è da sempre. E per sempre. Da quando, insomma, è romanista. «Ringrazio - ha spiegato ieri dal suo sito - tutte le persone che mi hanno manifestato la loro stima dopo i 206 gol, arrivati in una serata emozionante che ci consente di sperare fino alla fine. Un mio grazie particolare però - ha aggiunto - va a mio padre, che domani (oggi, ndr) compie gli anni. Sono auguri che gli faccio in questa maniera un po’ eccezionalmente, perché lui è schivo e riservato, una persona che non ha mai avuto bisogno di riflettori o particolari attenzioni. Un uomo vero, una figura che è stata insostituibile sia come incoraggiamento nella mia carriera sportiva e più ancora nella mia crescita di figlio. Tanti auguri sceriffo».
La storia sono loro, padre e: soprattutto figlio. Una storia che, ancora una volta, si compie a Bari, dove della Roma scesa in campo è bene ricordare poco o nulla se non, come a detto Montella «la vittoria per 3-2», la luca l’ha accesa lui. Punizione-gioiello laddove il pallone poteva passare perché Gillet aveva posizionato male la barriera («volevo farmela toccare - l’ammissione di Francesco - poi ho visto quello spazio e...»), rigore di precisione e persino un altro penalty sbagliato«ma solo- ha raccontato a fine partita ridendo -perché avevo la maglietta col 206. Non immaginavo di poter fare una tripletta. A parte gli scherzi - ha aggiunto - se Rosi non avesse segnato la responsabilità del pareggio sarebbe stata mia». Non è vero. E Totti probabilmente lo sa. Ma un Capitano è così che si comporta. Prende la squadra sulle spalle, nel immaginavo di poter fare una tripletta. Non è vero che sarebbe stata colpa sua. E Totti probabilmente lo sa. Ma un Capitano è così che si comporta. Prende la squadra sulle spalle, nel bene e nel male. The King non ha certo intenzione di smettere di farlo: «Ho scelto la frase di questo telecronista inglese perché il re di Roma non è morto, come molti pensavano, e non morirà mai. Ho sempre dato tutto per questa maglia, ne sono orgoglioso e continuerò a farlo anche in futuro. Con questa doppietta - ha detto ancora Totti - sono arrivato a 206 gol in Serie A, superando i 205 di Roberto Baggio. Lui è stato uno dei calciatori più forti del mondo e della storia: lo ringrazio per tutto quello che ci ha fatto vedere in passato». Una gioia talmente grande che, come spesso gli è accaduto in carriera, meritava una celebrazione con una maglietta: «Proprio perché si tratta di un record speciale, che mi onora e che sento moltissimo, mi sono divertito a disegnare personalmente una maglia speciale per festeggiare questo momento indimenticabile».
In tutto questo quadro, è quasi un peccato dover parlare di Lazio. Il Capitano è stato chiaro: «Non la guardo, mi dà fastidio, e non tiferò mai per loro». Quasi un altro gol. In tutto fanno 261, in 607 presenze con la maglia della Roma. Non c’è neanche bisogno di dirlo, come lui nessuno mai. Francesco però non ha certo intenzione di fermarsi: nel mirino ci sono Altafini e Meazza, altri dieci gol e li raggiungerà. Probabilmente, già entro la fine del 2011. Poi, a quota 225 c’è Nordahl, che tra un anno potrebbe essere raggiunto e, poi, sorpassato. In vetta alla classifica di tutti i tempi, con 274 reti, c’è Piola. Ce ne vogliono 68 per riprenderlo, in tre anni, vista la straordinaria condizione in cui sta adesso, tutto è possibile. Perché, sia chiaro a tutti, The King of Rome is not dead. To be continued...
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