La Roma ristruttura il debito. Lo fa con una newco che si chiama Asr media sponsorship ed è amministrata da Mauro Baldissoni, il direttore generale del club giallorosso. In Asr media sponsorship, costituita a dicembre del 2014 e controllata al 100% dall’As Roma, confluiranno attività e passività a garanzia di un bond di almeno 130 milioni di euro, che è la cifra dell’indebitamento romanista. La banca incaricata dell’operazione è Goldman Sachs e l’importo finale dell’emissione obbligazionaria sarà più vicino ai 280 milioni che l’Inter di Eric Thohir ha annunciato qualche giorno fa che non ai 130 milioni di debito del club di Francesco Totti. Il progetto è nato a novembre appena dopo che l’Uefa ha messo a rapporto la Roma – e Inter – sul rispetto dei parametri del fair play finanziario, un meccanismo ampiamente perfettibile visto che consente alle grandi di Spagna e Inghilterra di muoversi a piacimento sul calciomercato. La differenza fra Roma e Inter sta nel fatto che la società giallorossa è quotata in borsa. In altre parole, l’operazione sul capitale deve passare per l’approvazione della Consob, l’organo di vigilanza dei mercati finanziari, oltre che da un rating sul quale sta lavorando Standard&Poor’s, una delle principali agenzie internazionali. In assenza di beni patrimoniali come lo stadio, il grosso degli asset dell’Asr media sponsorship è dato dai diritti televisivi. Per quanto riguarda le passività, invece, i documenti che l’Espresso ha potuto consultare citano il contratto di finanziamento fra Soccer società in accomandita semplice di brand management, che detiene il marchio del club, e la stessa Asr media sponsorship. «La costituzione del patrimonio destinato», si legge nei verbali, «è coerente con la prevista riorganizzazione societaria delle attività connesse allo sfruttamento e alla gestione dei marchi As Roma, che mira a separare le attività cosiddette “media” dal core business della società, vale a dire l’organizzazione e la disputa delle partite di calcio». Nella newco confluiranno anche il canale Roma tv e Roma radio, inaugurata l’estate scorsa per aggiungere una voce ufficiale al panorama dell’emittenza specializzata, non sempre favorevole all’attuale dirigenza romanista. Al di là delle astrusità dei documenti ufficiali e del montaggio finanziario, il motivo dell’operazione è spiegato con chiarezza qualche riga più sotto dagli amministratori del club: «La separazione delle attività consentirà alla società di ottenere valutazioni di merito di credito migliori dalle agenzie di rating e quindi di migliorare le condizioni del previsto rifinanziamento del proprio debito». In parole ancora più chiare, la parte “meritevole” del calcio, dal punto di vista delle banche, sono i diritti audiovisivi e non l’attività agonistica. Questa circostanza conforterà la dirigenza del presidente James Pallotta e alleggerirà gli oneri passivi ma non farà molto per migliorare l’umore dei tifosi, che dopo quattro pareggi casalinghi consecutivi in campionato vedono allontanarsi una volta di più il sogno dello scudetto.
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As Roma, un bond contro i pareggi
Prestito obbligazionario a lungo termine da 200 milioni (bond nel linguaggio finanziario) tramite la banca Goldman Sachs
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