(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) Lamela, non poteva essere altrimenti, ha conquistato tutti. Non solo a Roma però, e non solo in Italia. Perché in Argentina il mancino è considerato un fuoriclasse già da qualche anno.
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Argentina pazza di mago Lamela
(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) Lamela, non poteva essere altrimenti, ha conquistato tutti. Non solo a Roma però, e non solo in Italia. Perché in Argentina il mancino è considerato un fuoriclasse già da qualche anno.
E quando un giovane così lascia il proprio Paese, l’attenzione nei suoi confronti resta sempre alta. L'esordio con la maglia della Roma è di quelli da ricordare, gol favoloso dopo pochi minuti, colpo decisivo ai fini del risultato, primo vero segnale che l'attenzione dei grandi club europei nei suoi confronti era più che giustificata. E allora l’Argentina celebra il suo piccolo campione: le pagine di apertura di tutti i siti hanno dedicato foto e articoli al gioiello della Roma, tessendo con orgoglio le lodi di Lamela.
TITOLI - «Che debutto!» titola il sito di Clarìn, quotidiano tra i più importanti in Argentina. E ancora: «L’ora di Erik» campeggia in grande stile sulle pagine di Olè e «Lamela fa innamorare Roma» su quelle de La Nacion. Mentre a Roma quindi, il club cerca di proteggerlo, in Argentina tutti hanno puntato sul mancino. «L’orologio segnava il settimo minuto quando Lamela ha lasciato partire un tiro imparabile dalla destra» racconta un giornalista, oppure «Il biglietto da visita è stato fantastico...» . Chiaramente non poteva mancare una foto grandissima sul portale web del suo ex club, il River Plate.
TRANQUILLITA’ - Il giorno dopo un debutto come il suo, è sempre difficile restare concentrati, Lamela ci ha provato in tutti i modi. Allenandosi a Trigoria con impegno, lo stesso che in campo Luis Enrique aveva notato e apprezzato. La “tigna” di cui aveva parlato anche De Rossi dopo la partita con il Palermo. La festa c’era stata domenica sera, con l’invito a cena in un ristorante del centro, per la sua famiglia e la fidanzata, Sofia Herrero. Si è fatto festa, di motivi ce n’erano eccome. “El Coco” si è goduto la serata con gli affetti più cari. Vivono tutti in una villa a Casal Palocco, quartiere Axa, ex abitazione di Totti: Lamela si è portato dietro i genitori, i due fratelli Brian e Axel, il procuratore Rebasa e la fidanzata, legatissima alla famiglia.
MATURITA’ - Si nota anche a prima vista: Lamela è maturo per avere soltanto 19 anni. «L’importante è non montarsi la testa» diceva due anni fa, quando ne aveva 17. E anche a Roma, città che ci mette un attimo a trascinarti, Erik non cede alle tentazioni: pochi locali o aperitivi, poca vita notturna, poche discoteche. Non è tipo, lo vedi dalla faccia. Merito, probabilmente, anche della fede cristiana: «La Chiesa mi ha cambiato, ora so anche perdonare» raccontò Lamela in una delle sue prime visite al luogo di culto di Baires che frequenta da oltre due anni.
STORIA - Il Barcellona aveva provato ad acquistare Lamela nel 2004, quando aveva dodici anni e mezzo. L’idea del Barça era quella di ripetere con Lamela lo stesso percorso seguito con Messi: acquistarlo giovanissimo e farlo crescere sotto la guida degli istruttori blaugrana. Josè e Miriam, i genitori di Lamela, furono contattati. Fu decisivo l’intervento di Oscar Videla Arias, responsabile amministrativo delle squadre giovanili del River Plate che promise alla famiglia una quota del cartellino. Anche il tentativo del Milan, qualche anno fa, andò a vuoto. A spalancargli le porte del professionismo è stato Nestor Gorosito, che lo ha lanciato con la maglia del River Plate. L’estate scorsa i tempi per lasciare l’Argentina erano maturi, Sabatini si è mosso con anticipo e ha regalato alla Roma un possibile campione. E dopo il debutto con il Palermo: se il buon giorno si vede dal mattino...
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