rassegna stampa roma

Ancora lui.Riecco la Roma di SuperMirko. E chi sennò?

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Elettrico. Suscettibile, musone, permalosetto. Scarico, sonnacchioso, in pigiama.

Redazione

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Elettrico. Suscettibile, musone, permalosetto. Scarico, sonnacchioso, in pigiama.

Arruffone, discontinuo, si applica poco, se gli va, quando gli gira. Perché lui, allora? Perché ha il talento tascabile, pronto all’uso. Perché il genio, pure se poco stimolato, finisce sempre per prevalere sulla sregolatezza. Perché lo smoking è elegante pure se stropicciato. Perché lui, o la va o la spacca. Ma meglio che spacchi: il campo, la partita, l’avversaria. Perché, semplicemente, è Mirko Vucinic.

L’uomo dei gol come diamanti, dei regali per sempre, delle rimonte. La cavalleria. Le avventure sentimentali, i ricordi del cuore. L’uomo dei sogni.

IL TORNANTE Da grande escluso a trascinatore. La capacità di girare la storia, in uno spazio brevissimo, con uno scatto. E allora, in prossimità dell’ennesimo tornante della stagione, forse l’ultima occasione per dare e darsi un senso, per ricominciare a sognare, la Roma si affida a lui, cavallo pazzo e veloce, Ranieri lo striglia — pare che si siano beccati nell’ultimo allenamento a Trigoria— e lo spreme. Oggi, la terza gara consecutiva da titolare, l’attesa di un quarto gol benedetto, della vittoria del rilancio, di un viaggio finalmente da ricordare, di un ritorno sereno. Mercoledì, la responsabilità di sfidare l’altra metà del cielo, di riguadagnare le stelle, la sua partita, il suo spettacolo.

Cesena e Lazio, campionato e Coppa, in casa e in trasferta, tabù e conferme, sogni e angosce, tutto o quasi sulle spalle di Mirko Vucinic. È il momento degli straordinari, quanti incarichi. La fine di un tabù — mai vinto a Cesena. L’inversione di strada — così male in trasferta fin qui. Un altro girone — un nuovo inizio, lo stesso punto di partenza di un anno fa (32 punti). La supremazia cittadina — stabilita negli ultimi tre derby.

E' IL LATO GIUSTO Mirko Vucinic perché, oltretutto, a lui il lato B piace di più. Dopo il giro di boa, prende il verso giusto, sente il vento in poppa, vola. E segna. Un anno fa, il grande trascinatore fu lui: undici gol nel girone di ritorno, ne aveva fatti appena tre nella prima metà del campionato. Oggi li ha raddoppiati, il vento stavolta l’ha annusato, anticipandolo, tendendo la mano, alla sua squadra, con uno scatto improvviso. Un passo avanti, un altro sogno, in attesa di un sorriso. Musone trascinatore: l’anno scorso, spinse la Roma fino alle soglie del Paradiso, con 48 punti in 19 partite. Ma trovò l’ingresso sbarrato. La stessa cifra, oggi, basterebbe e avanzerebbe per trovare quella porta spalancata. Le avversarie sono più vicine, il livello è più basso, Vucinic ringraziando Dio è sempre lo stesso.