«Mister Pallotta, I don't like this project». Pausa a effetto. «I love it!». Al telefono con il presidente della As Roma, Virginia Raggi ha sfoderato il suo inglese fluente ed è diventata, per magia, la prima fan del mega impianto che la società giallorossa ha ottenuto, dopo lunga trattativa con la giunta Cinquestelle di Roma, di potere costruire a Tor di Valle dove un tempo c'era l'ippodromo, scrive Bolloli su "Libero". La vicenda si è chiusa l'altra sera a tarda notte, con Pallotta che ha chiamato in Campidoglio da Boston e ha chiesto alla sindaca se era contenta del nuovo progetto. «Non mi piace», ha risposto lei, e poi zitta, nell'imbarazzo generale. «Lo amo!».
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“Amo questo stadio”. La Raggi diventa una ultrà
La vicenda si è chiusa venerdì, con Pallotta che ha chiamato in Campidoglio da Boston e ha chiesto alla sindaca se era contenta del nuovo progetto. «Non mi piace», ha risposto lei, e poi zitta, nell'imbarazzo generale. «Lo adoro!»
La colata di cemento si riduce di parecchio. La delibera 132 di Marino prevedeva una spesa di 195 milioni di euro per finanziare le opere pubbliche attorno alla via del Mare-Ostiense, mentre ora si scende ai 92 della Raggi. Da un milione di metri cubi si scende della metà: 598 mila. Le tre torri disegnate dall'archistar Daniel Libeslkind spariscono e tutti i manufatti saranno bassi. L'arena rimane al centro e occupa il 18 per cento del totale dell'opera che da 1,6 miliardi di costo totale scende a 700 milioni.
La posa della prima pietra potrebbe arrivare quest'anno con l'opera completata nel giro di tre anni. «Abbiamo fatto un lavoro egregio», ha dichiarato Mauro Baldissoni, Dg della Roma, «nella migliore delle potremmo aprire tra il 2019 e 2020». La conferenza dei servizi è già fissata per il 3 marzo e in quella sede i proponenti chiederanno una proroga di 30 giorni. Intanto già da domani gli uffici capitolini predisporranno tutto per la nuova delibera che di fatto sostituirà la 132, ovvero quella dell'amministrazione Marino. La nuova conferenza dei servizi, concessa la proroga, si riunirà il 3 aprile e a quel tavolo il Campidoglio porterà la nuova delibera, che di fatto assorbe la variante di Piano regolatore che in quell'area prevede solo 350 metri cubi a fronte dei 500 concordati.
(L. Bolloli - Libero)
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