(Gazzetta dello Sport - S.Boldrini)Parenti serpenti. Amici e nemici. C’eravamo tanto amati. Si può esplorare la storia del cinema per descrivere alcune situazioni dello spogliatoio della Roma. «Il migliore che abbia mai conosciuto da quando alleno» , disse un giorno Claudio Ranieri.
rassegna stampa roma
Amici e nemici. Che mal di ballottaggi Roma, quanti dualismi
(Gazzetta dello Sport – S.Boldrini) Parenti serpenti. Amici e nemici. C’eravamo tanto amati. Si può esplorare la storia del cinema per descrivere alcune situazioni dello spogliatoio della Roma. «Il migliore che abbia mai conosciuto da...
Oggi la pensa diversamente. Di sicuro, è impossibile trovare un gruppo di ventiquattro persone che vanno d’amore e d’accordo, senza gelosie ed invidie, senza simpatie ed antipatie. Succede in tutti i posti di lavoro: in banca, nelle redazioni, in un qualsiasi ufficio.
Borriello e Vucinic E allora, dov’è la notizia? La notizia è continuare a negare l’esistenza del problema. Meglio, molto meglio, sarebbe ammettere «sì, ci sono alcune questioni, ma stiamo lavorando per risolverle» . Un buon punto di partenza potrebbero essere Borriello e Vucinic. Non si prendono fuori, e ci può stare, ma il problema è che non si prendono neppure in campo, e questo non va bene. Peccato, perché nel derby del 7 novembre 2010, ad esempio, i due furono la chiave del In attacco Marco e Mirko rivali nei gol e negli spazi. In porta, diciotto mesi di colpi di scena e di frasi polemiche Ranieri disse: «Ho il miglior spogliatoio di sempre» . Ora non lo pensa più. Vucinic ha mal digerito l’arrivo di Borriello perché gli ha banalmente ridotto gli spazi, aumentando per lui il numero delle panchine. In campo, Borriello è un accentratore, uno che cerca la porta senza troppi giri di parole: e se segna tanto Borriello, più dotato di senso del gol, Vucinic rischia di essere oscurato. I due hanno un carattere diverso: Borriello ha la sicurezza del napoletano che ha fatto fortuna, mentre Vucinic si porta dietro i tormenti di chi è cresciuto in un paese — l’ex Jugoslavia — in disfacimento.
I portieri Un dualismo di vecchia data è quello che oppone Doni a Julio Sergio. Doni è stato il titolare dal 2005 al 2009 e Julio Sergio quasi un clandestino a bordo. Un bel giorno — Roma-Juventus del 30 agosto 2009 —, Spalletti lanciò Julio Sergio e il brasiliano da «miglior terzo portiere del mondo» divenne titolare. Julio Sergio giocò uno splendido campionato nella prima stagione di Ranieri, protagonista assoluto dei due derby: all’andata fece una parata impossibile su Mauri, al ritorno parò un rigore di Floccari. Doni divenne il simbolo di tutti i mali della Roma, messo alla gogna da una radio da sempre vicina alla famiglia Sensi. Daniele De Rossi un bel giorno prese coraggio— 18 dicembre 2009, dichiarazioni post Milan Roma — e disse: «Vogliamo bene a Julio Sergio, ma per noi Doni è più bravo. Lo considero il miglior portiere con cui ho giocato dopo Buffon» . Montella la pensa come De Rossi e ha rilanciato Doni a Bologna. In questi 18 mesi, Julio Sergio ha fatto sapere più volte che in Brasile lui era il titolare e lui la riserva, ma Doni ha sempre negato.Doni ha avuto in questo lungo oblio il sostegno dei giocatori: è uno dei più amati e rispettati dai compagni.
Varie Ci sono poi situazioni particolari, che non possono essere considerare veri dualismi, ma riguardano alcuni comportamenti. Burdisso, combattivo all’ennesima potenza, non fa sconti a nessuno: ha discusso con Totti e durante Roma-Parma ha ripreso più volte Riise. Pizarro è stato il primo a sollevare la questione degli stipendi dopo gli arrivi di Adriano, Burdisso e Borriello. «A noi del gruppo storico hanno sbattuto in faccia il tetto degli ingaggi, con i nuovi mano leggera» . Dal suo osservatorio, provate a dargli torto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA