rassegna stampa roma

Americani in pole nella corsa alla Roma. Rivogliono Baldini

(Repubblica – F.Bianchi) La Roma agli americani: stavolta siamo vicinissimi e l’affare si dovrebbe chiudere a febbraio, subito dopo la chiusura del mercato- bis. Una volta c’era George Soros che fu fatto fuggire (chissà da chi…): poi...

Redazione

(Repubblica - F.Bianchi) La Roma agli americani: stavolta siamo vicinissimi e l’affare si dovrebbe chiudere a febbraio, subito dopo la chiusura del mercato- bis. Una volta c’era George Soros che fu fatto fuggire (chissà da chi…): poi sono arrivati arabi, Tacopina, Fioranelli. Di tutto. Di più.

Adesso la cordata Usa, che si è affidata al noto studio legale “Tonucci&Partners”, conta su 4- 5 soci di sicura affidabilità e dalle idee chiare. Tanto chiare che l’offerta degli americani èconsiderata in (netta) pole position dall’Unicredit rispetto a quella di Giampaolo Angelucci (86 milioni, per ora) e del fondo arabo Aabar. Se in passato troppe soffiate, interessate, fecero sfumare l’affare adesso l’identità degli investitori Usa viene tenuta (ancora) segreta, e questo dimostra la serietà dell’offerta.

Non c’è un Soros della situazione, ma, come detto, 4-5 partners. Fra loro non ci sarebbe il proprietario della squadra di football New York Jets, Woody Johnson: lo ha rivelato il sito del New York Post, citando fonti vicine allo stesso Johnson. Secondo alcuni rumours, Johnson, insieme ai proprietari della squadra di football Ny Giants, Steve Tisch e John Mara, avrebbero fatto un’offerta vincolante a Unicredit per il 67% del club giallorosso.Smentito: anche se non è escluso che uno dei tre possa entrare presto nella cordata. Così come si fa il nome di uno dei partners della New England Sport Ventures che ha appena acquistato il Liverpool (per 335 milioni di euro) e di John J.Fisher, figlio di Donald, fondatore dei famosi marchi Gap e Banana Republic. Ma nessuno dei soci avrebbe un ruolo preminente. Alcuni di loro sono già stati a Roma, e hanno avuto molti incontri. Il piano, come detto, è di chiudere a febbraio.

A fine gennaio verrà fatta l’offerta vincolante: si aspetta la chiusura del mercato-bis, perché i soci americani si augurano che la società riesca a ridurre notevolmente il costo del lavoro, ora troppo alto, trovando una sistemazione a 4-5 giocatori. L’offerta sarà per l’intero pacchetto azionario oppure per il 67% (in questo caso una quota resterebbe a UniCredit): la cifra - si parla di circa 150 milioni - terrà comunque conto anche della situazione finanziaria, di eventuali debiti (con cliniche, o altri?) e del fatto che la società giallorossa chiuderà questa stagione con una perdita intorno ai 30 milioni di euro. Ma gli americani credono fortemente nel progetto Roma: vogliono rilanciare il marchio in tutto il mondo. Facendo grandi investimenti. A guida della società metteranno un amministratore delegato italiano, che conosca il mondo del calcio.

Daniele Pradè e Bruno Conti, che hanno il contratto, resteranno. Così come è probabile che venga fatta un’offerta a Gian Paolo Montali, mentre circola anche il nome di Franco Baldini (ds ai tempi dello scudetto giallorosso). E l’allenatore? E’ presto per decidere, la stagione è ancora lunga: e la Roma, ricordiamolo, è in corsa ancora su tre fronti (campionato, Champions e Coppa Italia). Gli americani si augurano anche di poter costruire un nuovo impianto: ma la priorità è la squadra, da rendere ancora più competitiva. Lo stadio può attendere.