rassegna stampa roma

Alta tensione tra Roma e Boston

(Il Romanista – D.Galli) Chi comanda nella Roma? Oggi, si intende. Tra un mese, dopo l’ok dell’Antitrust e la formazione del nuovo Cda, la risposta sarà una sola: la Neep di DeBenedetto & Co., più Unicredit con il suo 40%. Ma adesso?

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(Il Romanista - D.Galli) Chi comanda nella Roma? Oggi, si intende. Tra un mese, dopo l’ok dell’Antitrust e la formazione del nuovo Cda, la risposta sarà una sola: la Neep di DeBenedetto & Co., più Unicredit con il suo 40%. Ma adesso?

Adesso, c’è uno stato di tensione nemmeno troppo latente tra Roma e Boston. Adesso, ci sono due proprietà, una presente e una in pectore, che non dialogano.

Non è, sia chiaro, che gli americani vogliono necessariamante entrare in conflitto con il management ora alla guida di Trigoria. Vorrebbero però avere voce in capitolo su questioni strategicamente importanti per il futuro della Roma.

E invece, a quanto pare, non sono stati consultati. Né loro, né Unicredit.

Il caso emblematico è la questione dei diritti tv. L’attuale presidenza si sta battendo assieme a Milan, Juve, Inter e Napoli, le cinque big della Serie A, affinché per assegnare il 30% dei diritti televisivi, ormai centralizzati, si considerino sostenitori solo quei tifosi che assistono alle partite in tv. Le altre quindici realtà minori della A, Lazio compresa, vogliono invece che ai fini del calcolo del bacino di utenza di un club si includano anche botteghino e merchandising. La Corte di Giustizia Federale ha respinto i ricorsi delle big, ma la partita resta apertissima.

Nella prima ipotesi, la forbice tra le grandi e le piccole si allargherebbe ancora di più, perché diminuirebbe la fetta dei diritti tv per le società di seconda e terza fascia. Nel secondo scenario, logicamente, Roma, Juve, Napoli, Milan e Inter finirebbero per incassare di meno. Ma le distanze si accorcerebbero. A quanto risulta, gli americani si interrogano se non sarebbe meglio per la Roma questa seconda soluzione. Il calo dei ricavi toccherebbe tutte le grandi, ma potrebbe rendere più competitivo il campionato. Un campionato dove, in questo momento, specie l’Inter ha finanziariamente una marcia in più e dove, se passerà la linea delle big, la Roma prenderà sicuramente meno delle due milanesi e della Juve. Guardate quello che succede in America. Lì, la torta dei diritti tv della NFL viene spartita in maniera uguale tra tutte le franchigie. È così che Green Bay, 98 mila abitanti, riesce ogni tanto a vincere il Super-Bowl.

C’è poi un altro tema su cui Roma e Boston non si sono ancora confrontati. È l’affitto dell’Olimpico.

Normalmente, il contratto con il Coni viene stipulato tra maggio e giugno. Preferibilmente a fine campionato, perché solo allora si può avere un quadro preciso delle partite di coppa che la Roma disputerà la stagione successiva. Trigoria versa nelle casse del Coni poco più di un milione di euro l’anno. E in più concede al Comitato Olimpico 1500 biglietti a partita. Ebbene, vorrebbero essere gli americani a trattare con il Coni il prossimo contratto.

Il problema è che sì, a Boston sono state messe le firme sul preliminare di compravendita. Ma è pure vero che finché non arriverà il via libera dell’Antitrust (domani vengono consegnati i documenti, per l’ok se ne parla a fine maggio) e non sarà stato costituito il nuovo Cda, DiBenedetto & Co. non potranno decidere nulla.

Per intenderci, nel prossimo Consiglio di Lega sui bacini di utenza non potrà essere la Neep a rappresentare Trigoria. Però, allo stesso tempo non si può far finta che il club non sia della Neep. Perché di fatto lo è.

Bisogna allora trovare il modo di confrontarsi su partite più delicate di quanto è stata Roma-Milan. Occorre alleggerire questa tensione tra Roma e Boston. In ballo ci sono le strategie future.