rassegna stampa roma

Allarme Roma: ora Kjaer e Osvaldo

(Corriere dello Sport – P.Torri) – Quattro giorni alla prima ufficiale a Bratislava, due settimane al via del campionato. Il tempo stringe, eppure la Roma, con tutte le attenuanti che volete e che ci sono, sembra ancora un cantiere...

Redazione

(Corriere dello Sport - P.Torri) - Quattro giorni alla prima ufficiale a Bratislava, due settimane al via del campionato. Il tempo stringe, eppure la Roma, con tutte le attenuanti che volete e che ci sono, sembra ancora un cantiere aperto.

Si poteva immaginare che i primi tempi sarebbero stati difficili, vuoi per il cambio di filosofia, vuoi per l’esigenza di ricostruzione di una squadra intera o quasi, vuoi per un cambio di proprietà ancora non concluso. Certo è che al momento la squadra giallorossa è più un’ipotesi, affascinante quante volete, ma un’ipotesi. Al punto che tra gli stessi tifosi giallorossi sta nascendo più di una preoccupazione anche in vista della prossima doppia sfida di Europa League contro lo Slovan Bratislava, preoccupazione ingigantita pure dalle condizioni fisiche di alcuni giocatori (Juan, Pizzarro, Perrotta, Greco) che rischiano di ridurre al lumicino, soprattutto in mezzo al campo (dove De Rossi è squalificato), le scelte di Luis Enrique. Che, fin qui, in maniera elegante ma ripetuta, ha già sottolineato come lui si aspetti, da qui alla conclusione del mercato, l’arrivo di non meno di tre giocatori, anzi meglio definirli titolari perché è di quelli che questa Roma ha bisogno per poter cominciare con maggiore garanzie il nuovo corso americano. Tre acquisti, assicurano a Trigoria, arriveranno, poi, dopo la prima di campionato che la Roma giocherà in trasferta sul campo del Bologna, ci saranno due settimane piene in cui lavorare e rendere la Roma più squadra di quello che è attualmente. Servono, il prima possibile, un difensore centrale, un centrocampista, un attaccante, esigenza quest’ultima che potrebbe raddoppiare nel caso di cessione anche di Borriello. II favoriti sono, rispettivamente, Kjaer, Casemiro e Osvaldo. In queste due pagine abbiamo provato a fare il punto su quello che non va attualmente nella squadra giallorossa e sulle prospettive sul prossimo mercato in cui Walter Sabatini è chiamato a dimostrare, come dicono tutti, che le sue vie sono infinite.

DIFESA

 

COSA NON VA

Stekelenburg. Poi è tutto un quiz. Anzi, meglio dire un problema. Tre gol incassati dal Psg (in 45’), altrettanti dal Va­lencia sono lì a testimo­niarlo, la difesa della Ro­ma è ancora, volendo es­sere buonisti, un cantiere aperto. Con una serie di aggravanti che non pos­sono che aumentare le preoccupazioni: le condi­zioni fisiche di Juan fin qui visto niente in campo; il rischio per Nicolas Bur­disso di dover andare, prima o dopo, in sala ope­ratoria; l’età di Heinze che soprattutto a ritmi al­ti fa fatica (speriamo sia solo un problema di pre­parazione ancora da rifi­nire); l’inesperienza di Jose Angel, bravo quando c’è da spingere, ma che se deve fare una diagonale è costretto a fermarsi per chiedere spiegazioni; un secondo portiere (Lobont o Curci, fate voi) che co­stringe a invocare grande salute all’olandese arriva­to da Amsterdam; una fa­scia destra che nonostan­te l’apparente abbondan­za, Cassetti, Cicinho e Ro­si, non si può dire che possa garantire certezze a un Luis Enrique segna­lato sempre più nervoset­to.

TEMPO - Il quadro, pur con tutte le attenuanti per un progetto che è appena cominciato, non è sicura­mente confortante per una squadra che tra pochi giorni sarà chiamata al primo impegno ufficiale sul campo di uno Slovan Bratislava che si sta sem­pre più convincendo che nothing is impossible. C’è da lavorare, come è giu­sto che sia in questo pe­riodo della stagione e, so­prattutto, alla luce di una rivoluzione tattica e filo­sofica appena agli inizi, ma c’è anche il fattore tempo che comincia a es­sere sempre meno. E’ ve­ro che nel prossimo mese la Roma ha tre impegni impegni due con lo Slo­van e la prima di campio­nato sul campo del Bolo­gna che non sono proprio sfide impossibili, ma è al­trettanto vero che sarà necessario cambiare in fretta, altrimenti sono guai.

CHI PUO' ARRIVARE

Un difensore ar­riverà. Sicuro, assicurano a più voci a Trigoria do­ve, peraltro, tutto sem­brano essere meno che preoccupati. Arriverà un centrale per la precisio­ne, in grado di garantire presente e futuro, una maggiore solidità a un re­parto uscito a pezzi dal­l’ultima stagione e che può contare solo su gioca­tori sopra i trenta, quasi tutti, oltretutto, alle prese con acciacchi vari che in alcuni casi sono definiti pure cronici. Questo gio­catore, confermano pure dalle parti di Trigoria, è Simon Kijaer, ventidue anni, danese, biondo che è piaciuto assai dalle par­ti di Mondello, giocatore legatissimo, anzi di più, a Walter Sabatini, oggi car­tellino di proprietà dei te­deschi del Wolfsburg ma pare, anzi è certo, con una grande voglia di tornare a respirare l’aria del cam­pionato italiano. In più è comunitario che sembra niente, ma che per la Ro­ma di questi tempi è inve­ce tutto. Con il giocatore, si può dire con ragionevo­le certezza, che la società giallorossa ha già fatto tutto, il danese ha detto sì: cinque anni a un milione e mezzo netto.

TRATTATIVA - Kjaer ha già comunicati ai suoi attuali proprietari che è sia in­tenzione andare via, a Ro­ma per la precisione. E’ al contrario ancora da defi­nire l’accordo con il Wol­fsburg. Sabatini sta lavo­rando per un prestito one­roso con obbligo di acqui­sto tra dodici mesi. Il club tedesco, per ora, preferi­rebbe la cessione a titolo definitivo, non meno di dieci milioni, cioè almeno tre in più rispetto all’of­ferta giallorossa per l’ac­quisto immediato. Si trat­ta, nella convinzione, a Trigoria, che l’affare si fa­rà, forse già nei prossimi giorni. Perché l’uovo di Colombo, in questo caso, potrebbe essere rappre­sentato da un’offerta così formulata: due milioni per il prestito oneroso su­bito, otto garantiti tra do­dici mesi. I tedeschi a queste condizioni pare che potrebbero dire sì. Già nelle prossime ore.

 

CENTROCAMPO

 

COSA NON VA

Daniele De Ros­si. Poi è tutto un rebus, con soluzione consentita solo per gli esperti. Maga­ri ci sbaglieremo, ma la nostra impressione è che in questo momento il cen­trocampo abbia bisogno dell’arrivo di (almeno) un titolare. Perché, finora, a parte il biondo di Ostia at­teso, più o meno a breve, a firmare l’atteso prolun­gamento contrattuale, i centrocampisti proposti e visti, tutto hanno dato me­no la garanzia di poter an­dare a dormire tranquilli. Prendete Bratislava, 18 agosto, andata dei playoff per accedere ai gironi dell’Europa League. La situazione è questa. De Rossi squalificato, Pizar­ro fermo per tre settima­ne, Perrotta e Greco in dubbio. Rimangono Il ba­by Viviani, Taddei, il sin qui poco utilizzato Brighi, l’appena ripescato Fabio Simplicio al quale, tanto per dirne una, a Valencia è stato preferito il mino­renne Verre.

QUALITA’ - Manca qualità, comunque si possa imma­ginare il terzetto dei cen­trocampisti dove, peral­tro, Luis Enrique ha la sfacciata idea di immagi­nare Erik Lamela, quan­do si presenterà a Trigo­ria dopo la conclusione del Mondiale under 20. Nell’attesa, sin qui il cen­trocampo della Roma ha denunciato una certa len­tezza nella manovra, nei piedi e nella testa, una di­stanza troppo spesso esa­gerata o con la linea di­fensiva o con quella of­fensiva, giustificata solo in parte con il non sempre continuo aiuto dei due esterni offensivi che nel modulo di Luis Enrique non possono dimenticar­si, con palla all’avversa­rio, che comunque si deve continuare a giocare per riprendersi il pallone. Al­la luce di tutto questo, ci pare lapalissiana la ne­cessità di andare a pren­dere almeno un altro gio­catore, anzi un titolare. Cioè De Rossi, mister X visto che va di moda, poi per il terzo, almeno per quest’anno, sogno Lamela intermedio a parte, ci si potrà gestire tra Perrotta, Pizarro, Taddei, Greco.

CHI PUO' ARRIVARE

Un centrocampi­sta, minimo, Luis Enri­que lo ha chiesto. Anche con una certa insistenza. C’è bisogno di un inter­medio da affiancare a De Rossi, un giocatore in grado di garantire inter­dizione ma anche qualità nei piedi, possibilmente giovane come pretende il progetto a stella e strisce. Piacciono Fernando e Guarin del Porto, Sissoko del Tolosa, M’Vila del Rennes, ma il vero obiet­tivo di questo Roma è il brasiliano Casemiro, di­ciannove anni, cartellino di proprietà del San Pao­lo, attualmente impegna­to con la Seleçao nel Mondiale under 20 (do­mani notte in diretta tv su Eurosport ci sarà la sfida tra Brasile e Spagna che mette in palio un posto tra le prime quattro).

PRIMA SCELTA - Il giocato­re a Trigoria piace a tutti, da Baldini a Sabatini. E la Roma sul ragazzo ci sta lavorando ormai da di­verse settimane. Tanto è vero che avrebbe strap­pato già più di un sì al gio­vane talento del San Pao­lo. In queste ultime ore, inoltre, si è concretizzato più di qualche indizio sul­la fattibilità dell’operazio­ne, come l’arrivo in Italia, garantito, del suo procu­ratore, Giulio Fressato. Motivo, un incontro con il ds giallorosso per mette­re a punto la strategia per convincere il San Paolo (pare piuttosto irritato per certe manovre com­piute a insaputa dei diri­genti del club) a lasciar partire Casemiro. Peral­tro per il ragazzo, extra­comunitario, la Roma pri­ma di qualsiasi altra cosa, deve liberare un posto nella sua rosa. Cosa che, al momento, non sembra una passeggiata di salute, visto che Barusso pare non possa fare a meno dell’aria italiana e Fabio Simplicio, che pure sa­rebbe disponibile, è bloc­cato dal suo procuratore, Gilmar Rinaldi, che ha fatto causa alla Roma re­clamando un milione di euro. Ma noi ci rifiutiamo di credere che il mercato della Roma possa essere bloccato da questi proble­mi. E allora, Casemiro.

 

ATTACCO

 

COSA NON VA

Magari ci capire­mo poco di calcio, cosa certamente non da esclu­dere, ma vedere Borriello continuare a essere im­piegato come esterno of­fensivo, a noi dà l’impres­sione forte e chiara che ci sia qualcosa che non va nell’attuale tridente di Luis Enrique. E’ più che apprezzabile la disponibi­lità del giocatore ma a noi che, ribadiamo, capiamo poco di calcio, Borriello esterno offensivo ci sem­bra un esperimento con pochissime possibilità di riuscita, non per colpe specifiche del giocatore, ma proprio perché fati­chiamo, assai, a intravve­dere le qualità tecniche e tattiche che deve avere un attaccante che parte della linea del fallo laterale.Ci sembra questo, al mo­mento, il limite più evi­dente per un reparto of­fensivo che, peraltro, ha visto il positivo inserimen­to di Bojan che, è vero, non ha ancora brindato al primo gol in giallorosso, ma che ha già fatto vedere alcuni numeri che posso­no essere solo una garan­zia per presente e futuro.

TOTTI E LAMELA - C’è poi la questione da Totti da ca­pire bene. Non stiamo certo parlando delle qualità del capitano gial­lorosso, ma del suo stato d’animo che non è certo quello dei giorni miglio­ri come si è visto bene a Valencia con Totti evi­dentemente piuttosto nervoso. Certo, Erik La­mela non è ancora arri­vato. Il grande talento argentino è al Mondiale Under 20, ha qualità che non si possono discono­cere, ma è anche vero che è un ragazzo di di­ciannove, che arriverà tra non meno di una set­timana, che avrà biso­gno di un periodo di am­bientamento, che, so­prattutto, non dovrà sen­tirsi addosso il peso di troppe responsabilità, altrimenti si rischiereb­be di mandarlo incontro a qualche brutta figura. Insomma, i problemi non mancano per il re­parto offensivo che, fin qui, nelle tre partite più impegnative (Psg, Vasas e Valencia) non ha rea­lizzato un gol.

CHI PUO' ARRIVARE

Un attaccante arriverà, forse due se pure Borriello dovesse fare le valigie e saluta­re. E sarà una punta esterna quella che si do­vrà presentare a Luis Enrique perché è sulle fasce che la Roma ha bi­sogno di essere miglio­rata. Non è certo un mi­stero che, in questo mo­mento, il favorito nume­ro uno è l’italo- argenti­no Osvaldo, sia per una questione di costo, sia pure perché un certo vantaggio glielo garanti­sce lo status di comuni­tario. Come nei casi di Kjaer e Casemiro, la Ro­ma ha già ricevuto il sì del giocatore che non vede l’ora di tornare in Italia anche per pren­dersi una rivincita per­sonale dopo un arrive­derci da promessa man­tenuta avvenuto due an­ni fa. La società giallo­rossa, per quello che ci risulta, ha fatto un’offer­ta scritta all’Espanyol, offerta che dice tredici milioni più una serie di bonus, offerta però che al momento il club spa­gnolo, forte pure di un interessamento del­l’Atletico Madrid per il giocatore, ha rispedito al mittente.

LA CHIAVE - A sbloccare la situazione potrebbe essere lo stesso Osvaldo che nel suo trasferimen­to al secondo club di Barcellona, si è conser­vato in portafoglio il quindici per cento del suo cartellino. L’italo­argentino, per facilitare la conclusione della trat­tativa, potrebbe essere disponibile a rinunciare alla sua percentuale in modo che tutti siano feli­ci e contenti. La Roma, di sicuro, non aumente­rà la sua offerta, anche perché farlo vorrebbe dire arrivare alla quota­zione o quasi che il Vil­lareal fa di Nilmar, il brasiliano che ha già fat­to sapere di essere più che disponibile a trasfe­rirsi a Trigoria. Ma se la richiesta del club spa­gnolo continuerà a esse­re di ventiquattro milio­ni di euro, allora Osval­do può dormire sonni tranquilli.