rassegna stampa roma

Alla Roma avanzano un paio di brasiliani

(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – I conti ancora non tornano, avanzano un paio di brasiliani. Con il dovuto rispetto, sono di troppo. Non sgraditi, ma superflui e, quindi, in vendita.

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - I conti ancora non tornano, avanzano un paio di brasiliani. Con il dovuto rispetto, sono di troppo. Non sgraditi, ma superflui e, quindi, in vendita.

Doni andrebbe ceduto subito, Adriano anche a giugno. Sono le ultime richieste di Uni-Credit, comunicate a Rosella Sensi e Daniele Pradè mercoledì, nel corso di un vertice con Paolo Fiorentino, vice direttore generale della banca. Personaggi con profili e incongruenze diverse Doni e Adriano, ma inquadrati in un’unica strategia, che UniCredit ritiene attuale anche dopo le partenze di Baptista e Cicinho tagliare i rami secchi, snellire il monte ingaggi, aiutare i potenziali acquirenti del club a formulare un’offerta decente, rimettere il club nelle condizioni di adeguarsi al fair play finanziario. Rosella Sensi, che al vertice era scortata anche dal sodale Pippo Marra, si è impegnata a rispettare le consegne della banca, anche quella di bloccare i rinnovi contrattuali. Solo su Adriano ha tenuto il punto: fosse stato per UniCredit, l’Imperatore sarebbe rimasto a Rio al termine delle festività natalizie. Ma la presidente (anche ieri comparsa a Trigoria), che sulla questione ci ha messo la faccia, ha ottenuto di coccolarselo fino al 30 giugno.

«Tengo famiglia» Brasiliani ingombranti, ognuno a suo modo. Doni, strano caso di portiere assai stimato eppure confinato a riserva della riserva. Domani, Tutto è saltato per la richiesta di 170 mila euro di stipendio per il padre del portiere. L’Imperatore da Rio è tornato sovrappeso a Cesena, giocherà perché Julio Sergio è squalificato e Lobont ancora convalescente. Poi, ognuno tornerà al suo posto, con buona pace di quella parte dello spogliatoio schierata con Doni, un’autorevole minoranza che ha in De Rossi, Juan e Pizarro le figure di maggior spicco. Vendere Doni gioverebbe ai bilanci e, oltretutto, alla serenità di Julio Sergio, piuttosto seccato dalla convivenza. Ma piazzarlo non è facile. Lo è stato, ma la trattativa è saltata sul più bello. Doni stava per firmare con il Malaga dello sceicco Al-Thani, già conquistato da Julio Baptista (che oggi esordirà al Camp Nou contro il Barcellona). Era fatta, contratto triennale da quasi due milioni al giocatore, soddisfazione di tutti, poi un paio di richieste extra hanno indispettito il club spagnolo: prima di un’onerosa provvigione per il suo procuratore, poi di uno stipendio annuo da 170 mila euro per il papà. Di fronte al «tengo famiglia» Doni è stato messo alla porta.

A peso Di laute provvigioni si è già detto pure a proposito di Adriano. Per il resto, c’è poco da aggiungere, se non che l’Imperatore si è ripresentato da Rio con lo stesso peso che aveva a luglio, non a caso ieri ha mancato l’allenamento, pare per un doloroso mal di schiena. Per lui, l’appuntamento con la cessione scatterà a giugno.

A presto Infine, il ricambio al vertice. A fine gennaio UniCredit e l’advisor Rothschild voleranno a New York per vedere l’offerta del gruppo statunitense con cui stanno trattando in esclusiva la cessione del club. All’ombra dell’Empire State Building, si deciderà il destino della Roma.