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Alcantara: Nascita pugliese, piedi brasiliani, testa spagnola

(Il Romanista-V.Valeri) L’arrivo di Luis Enrique sulla panchina della Roma apre diverse porte a giovani calciatori del Barcellona B. Questo, ormai, non è un mistero. L’asturiano è stato già decisivo per l’approdo di Bojan Krkic,

Redazione

(Il Romanista-V.Valeri) L’arrivo di Luis Enrique sulla panchina della Roma apre diverse porte a giovani calciatori del Barcellona B. Questo, ormai, non è un mistero. L’asturiano è stato già decisivo per l’approdo di Bojan Krkic,

già da qualche anno in prima squadra, ma potrebbe esserlo anche nell’eventuale trattativa che porterebbe a Trigoria Thiago Alcàntara Do Nascimiento, centrocampista alla Xavi classe 1991, oggi impegnato nella finale dell’Europeo Under 21, in Danimarca. Fisicamente brevilineo, dati i 172 centimetri di altezza, Thiago è il tipico regista capace di mettere la palla dove vuole con il suo piede destro. Abile nel gioco di gambe, in Spagna è considerato l’erede naturale proprio di Xavi Hernandez, non solo perché ne ricorda i movimenti e la struttura fisica, ma anche per come interpreta il suo ruolo dietro agli attaccanti. Con la formazione di Luis Milla sta mostrando un gioco fluido, intelligente, essenziale ma decisivo. Non spreca palloni, non è falloso, difficilmente si fa rubare la sfera. La sua è una vita da pre estinato, e non è difficile capire il perché.

NATO IN PUGLIA Sapendo quali sono le sue qualità e potendole ammirare, è doloroso scoprire che potrebbe benissimo essere un giocatore Azzurro. Thiago, infatti, è nato a San Pietro Vernotico, vicino Brindisi, nel cuore del parco del Negroamaro. Era l’aprile di vent’anni fa e suo padre Mazinho, brasiliano di Santa Rita, stava concludendo la sua prima stagione in Italia e al Lecce. Centrocampista difensivo, l’ex Campione del Mondo a Usa ’94 disputò 34 partite segnando 2 gol con la maglia giallorossa dei pugliesi, poi si trasferì alla Fiorentina, dove le cose andarono peggio. Nel frattempo il figlio Thiago era in Brasile con la madre Valeria, giocatrice di pallavolo professionista anche in Spagna a Vigo. Ed è proprio a Vigoche il giovane Thiago pensa, quando deve collocare le sue origini: «Mi sentospagnolo e la mia città è Vigo», ha dichiarato poche settimane fa a un’emittente iberica. Dopo aver approcciato al calcio a 4 anni tra i pulcini del Flamengo, il figlio d’ rte raggiunge il padre in Spagna e frequenta la scuola calcio di Nigràn, due passi da Vigo, in Galizia. Cinque anni di divertimento, alla fine dei quali torna di nuovo nella patria dei genitori, sempre nella scuola del Flamengo, che al calcio affianca lo studio nel Collegio Anglo-Americano. Nel 2002, in un’intervista ad un portale brasiliano, un Thiago undicenne fu beneaguruante per i verdeoro in vista del Mondiale nippo-coreano: «Arriveremo in finale e vinceremo la Coppa», disse sicuro.

AMORE BLAUGRANANel 2005 gli osservatori del Barcellona lo vedono in Galizia e decidono di offrire al padre la possibilità di farlo crescere nella Masia catalana. Ovviamente ci furono ben poche diffidenze: dopo due anni, Thiago firmò un triennale con opzione per altri due anni di contratto, che è stato in seguito ulteriormente prolungato fino al 30 giugno del 2014. A 16 anni venne promosso dalla Juvenil A al Barcellona B di Pep Guardiola, che l’anno successivo sarebbe salito a condurre i campioni regalando loro tutti i trofei ossibili. In Seconda Divisione spagnola, Alcàntara si è distinto soprattutto nelle ultime due stagioni, agli ordini di Luis Enrique, che lo ha però spesso dovuto condividere con la prima squadra; ben 12 le presenze in Liga e 3 gol realizzati, un bottino che pochi canterani possono vantare alla sua età, soprattutto in un ruolo che lo vede attualmente chiuso da Xavi e Iniesta. Per quanto riguarda la nazionale, la scelta per Thiago è stata semplice: Spagna. Mai nessun dubbio ha assalito il giovane mediano, che dall’Under 16 in poi ha fatto tutta la trafila prima di approdare nell’Under 21 e giocarsi il titolo europeo in Danimarca, quest a sera ad Aarhus contro la Svizzera di un altro obiettivo romanista quale Xherdan Shqiri.

INTRIGO FABREGASIl destino di Alcàntara n Catalogna, però, non sembra così sicuro. Guardiola lo conosce e lo stima, come detto viene considerato un prossimo titolare del club Campione d’Europa. Ma allora perché il presidente Rosell si sta impiegando anima e corpo per riportare Cesc Fabre as alla base? Il centrocampista è un punto di riferimento nell’Arsenal di Wenger, che non vorrebbe assolutamente perderlo vedendo così depauperato il patrimonio tecnico dei Gunners, alle prese già con troppe “fuoriuscite” annunciate; lui, però, sogna il ritorno in grande stile nella squadra che lo lasciò andare con troppa noncuranza, pentendosi poco dopo. L’arrivo di Cesc chiuderebbe ulteriormente gli sbocchi per Thiago, che infatti viene inserito dal Barcellona come contropartita tecnica, al fine di abbassare il prezzo di Fabregas: e a Wenger lo spagnolo di origini italiane piace molto. Un’operazione lunga, complicata, nella quale potrebbero giocare un ruolo decisivo proprio la Roma e Luis Enrique, andando a convincere Thiago che essere considerato come una pedina di scambio non è il massimo della vita. Lo stesso è già successo con Bojan, proposto all’Udinese per arrivare a Sanchez: «Mentirei se dicessi che voglio trionfare nel Barca. Io voglio trionfare nel calcio». Parole di un ragazzino di appena vent’ann , regista di centrocampo nato in un paese di 14mila anime nel brindisino, con passaporto brasiliano e nazionalità spagnola. no che l’anno prossimo giocherà le Olimpiadi di Londra, ma che molto prima ci auguriamo possa incantare la Curva Sud