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Adriano e la Roma, «scelta di vita» costata 9 mila euro al minuto

(Corriere della Sera – L.Valdiserri) Nel grande mare delle banalità legate al calcio, due sono particolarmente fastidiose. La prima è: «Da qui alla fine saranno tutte finali». La seconda è: «Ho fatto una scelta di vita». Dai luoghi...

Redazione

(Corriere della Sera - L.Valdiserri) Nel grande mare delle banalità legate al calcio, due sono particolarmente fastidiose. La prima è: «Da qui alla fine saranno tutte finali». La seconda è: «Ho fatto una scelta di vita». Dai luoghi comuni si staglia, non solo per le sue dimensioni, la figura di Adriano Leite Ribeiro.

Lui sì che la scelta di vita la vuole fare davvero. Questa: vivere in Brasile, possibilmente a Rio de Janeiro, facendo il calciatore come può e non più come sapeva.

 

La scommessa della presidentessa ad interim Rosella Sensi è perduta. Adriano è arrivato l'estate scorsa con un contratto triennale da 5 milioni lordi a stagione (più premi a rendimento). Dopo otto mesi le spettanze del brasiliano ammontano a 3.333.333 euro lordi. Visto che ha giocato 355 minuti (241 in campionato, 45 in Champions, 45 in Coppa Italia e 24 in Supercoppa italiana) finora è costato la modica cifra di 9.390 euro lordi al minuto.

Adriano ha detto ai compagni di squadra che, massimo tra 15 giorni, tornerà in Brasile. Li ha invitati in vacanza la prossima estate, perché è un ragazzo di cuore. Aveva già fatto la valigia e salutato tutti anche prima di Natale, ma poi erano arrivati a sorpresa gli 87’ da titolare contro il Milan e il veto alla sua cessione certificato da Rosella Sensi e da Claudio Ranieri, che lo ha sempre difeso, arrivando persino a sfiorare un incidente diplomatico quando ha accusato i poliziotti brasiliani di avergli ritirato la patente dopo un controllo del tasso alcolico anche se non era lui al volante.

La Roma poteva alleggerire il suo bilancio in rosso di dieci milioni di euro e qualcosa in più, perché il Corinthians offriva un buy out da un milione e mezzo per avere subito il sostituto di un altro grande/grosso calciatore: Ronaldo. Non l’ha fatto.Un’operazione senza logica, che ha mandato su tutte le furie Unicredit e scompaginato i piani di Gian Paolo Montali e di Daniele Pradè, che avevano preparato nei dettagli il risparmio. Ora che Adriano è tornato in ritardo dal Brasile, dove era andato in convalescenza, e che non si è presentato alla visita dall’ortopedico, che per non farlo affaticare era venuto a Roma da Milano, lo strappo è completo.

Tra oggi e domani ci sarà un incontro tra Montali e l’agente italiano del giocatore, Calenda. Si cerca la risoluzione consensuale del contratto e non la rescissione. Meglio evitare rotture che possono finire in tribunale. La Roma ha un dossier delle mancanze di Adriano, ma il guaio alla spalla è avvenuto in campo, nel derby di Coppa Italia, e non in birreria. Di più: Adriano ha giocato parecchi minuti «da rotto», aggravando la sua situazione fisica. Meglio per tutti fare un bel pareggio. Adriano però — e non c’è ironia in quello che scriviamo — non pensa solo ai soldi. Noi vediamo la sua disavventura come l’ultima occasione buttata al vento. Per lui è stata solo una perdita di tempo, orchestrata dal suo procuratore brasiliano, Gilmar Rinaldi, che tra le pieghe del suo contratto ha infilato anche quello di Fabio Simplicio. Per Adriano la vita e il calcio erano solo in Brasile. A Rio de Janiero, perché lui vorrebbe andare al Flamengo (che non offre nulla alla Roma) e non al Corinthians. Spera che a giugno lo raggiunga Juan. Ma questa è un’altra storia.