rassegna stampa roma

Adieu, Jeremy torna a casa sua

(Il Romanista) Le firme ancora non ci sono, ma arriveranno. E’ solo questione di ore, come assicurano dalla Francia. Jeremy Menez lascia la Roma.

Redazione

(Il Romanista) Le firme ancora non ci sono, ma arriveranno. E’ solo questione di ore, come assicurano dalla Francia. Jeremy Menez lascia la Roma.

E’ a un passo dal Paris Saint Germain, la squadra che più di tutte - da tempo - gli ha dimostrato la voglia di riportarlo a casa. A Parigi. Dove avrà la famiglia e gli amici vicini. E dove, forse, riuscirà a dimostrare con più continuità quanto fatto vedere soltanto in certe notti della sua avventura romanista. Lascia il ritiro, Menez, lascia tutti i compagni con cui in tre anni ha avuto parecchi alti e qualche basso, lascia la squadra che aveva puntato su di lui nel 2008 investendo dieci milioni e che lo rivenderà per otto o poco più. A lui dovrebbe andare un contratto di quattro anni ad oltre due milioni a stagione. Leonardo ha già parlato con Sabatini, le trattative sono in stato avanzato, come ha ammesso lo stesso ds non appena arrivato a Riscone, tanto che il giocatore non è andato neanche in panchina nell’amichevole contro il Sud Tirol.

E’ tornato in albergo, poco dopo essere arrivato con alcuni compagni di squadra, come Rosi e Cassetti, al campo. Dove ha avuto qualche momento poco piacevole con alcuni tifosi, che l’hanno duramente ripreso, e che ad oggi sono l’ultimo flash della sua avventura romanista. Un’avventura iniziata tre anni fa quando, mentre tutto il mondo giallorosso sognava Malouda, Pradè fece un blitz a Monaco per assicurarsi quello che veniva considerato uno dei giocatori più talentuosi della sua generazione. Si diceva: è un 87, vale più di Nasri e Benzema, deve risolvere solo qualche problema fisico. Nello specifico, una fastidiosa pubalgia. In questi tre anni il suo talento si è intravisto solo a tratti: quando lo ha messo in mostra (come ieri mattina in allenamento, quando ha segnato due splendidi gol) i tifosi lo hanno adorato. Quando invece il carattere non è andato di pari passo col talento, sono arrivati i fischi e gli insulti. Che a volte, come quando gli hanno tirato sassi contro il parabrezza della macchina, sono degenerati. Episodi che lo hanno segnato, che gli hanno fatto passare la voglia di prendersi e riprendersi la Roma. Quella voglia messa in campo da Borriello, tanto per intendersi.

E’ vero, qui a Riscone ha saltato solo un allenamento, ma non ha mai dato la sensazione di volersi tuffare anima e corpo in questa nuova avventura. Aveva già deciso che, a 24 anni, la sua carriera doveva proseguire altrove.

Di fronte ha trovato persone che la pensavano nello stesso modo. Impossibile proseguire, meglio chiudere il prima possibile, per evitare di trascinare una situazione che rischiava di essere solo nociva. A Menez e alla Roma stessa. Il francese andrà via con un totale di 113 presenze e 12 gol, oltre a una valigia carica di rimpianti. Suoi? Forse. Della Roma sicuramente, che non ha avuto la fortuna di veder esplodere uno dei talenti europei più puri degli ultimi anni.