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Abbonamenti, giovedì si decide

(Il Romanista – D.Galli) La deadlineè giovedì. Quando si riunirà l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) La deadlineè giovedì. Quando si riunirà l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive.

Quel giorno, la Roma dovrà decidere cosa fare della propria campagna abbonamenti. Se dire di no all’eventuale nuovo veto del Viminale e aprirla anche ai non tesserati, andando quindi alla guerra. Oppure se rassegnarsi, prendendo atto dell’ottusità di buona parte delle istituzioni sportive, che stanno imponendo la propria linea in seno all’Osservatorio. «Dobbiamo capire cosa fare nell’ipotesi di un altro no o del silenzio», spiegava qualche giorno fa, e non senza un pizzico di affanno, uno dei dirigenti della nuova Roma. A Trigoria guardano con preoccupazione al calendario. Oggi è il 23 agosto, domenica inizia il campionato, la campagna abbonamenti chiuderà inderogabilmente tra sedici giorni. Per ora, possono abbonarsi solo i titolari di tessera del tifoso, l’As Roma Club Privilege. Solo i tesserati. E non lo ha mica deciso la Roma.

Lo ha imposto un anno fa il Viminale, ribadendolo mesi fa attraverso il protocollo di intesa sottoscritto da Maroni con il Coni, la Figc e tutte le Leghe: A, B e Lega Pro. La Roma non è d’accordo. Perché un romanista non tesserato deve pagare molto di più di un romanista tesserato per vedere la squadra all’Olimpico? Non solo. Qualcuno ci spiega per quale motivo in quel famigerato protocollo di intesa viene prevista la possibilità per una società di accogliere i tifosi non tesserati del club ospitato, ma quella stessa società non può far abbonare i propri tifosi, se questi non sono tesserati? Possibile che nessuno ritenga folle che – è un esempio, sia chiaro – per Roma- Catania potrebbe essere concesso ai catanesi senza tessera del tifoso di seguire la loro squadra all’Olimpico (con il permesso della Roma), mentre un romanista senza tessera non potrà abbonarsi per vedere quella stessa partita? Sono delle palesi anomalie che la Roma, se sarà necessario, tirerà fuori al momento opportuno. Ovvero, nell’eventualità ormai nemmeno più remota di uno scontro frontale con l’Osservatorio. Osservatorio che intanto sta cercando di prendere tempo.

«Non c’è fretta », continuano a ripetere al Viminale. Mica tanto, rispondono a Trigoria. Giovedì si riunisce per la seconda volta nella nuova stagione sportiva l’Osservatorio. Se non sarà nuovamente presa in esame la soluzione giallorossa, la Roma dovrà prendere una decisione: o non si fa niente oppure sarà scontro frontale. E comunque pure qui c’è un paradosso: le rappresentanze delle forze dell’ordine all’interno dell’Osservatorio ritengono validissima la proposta della Roma di concedere gli abbonamenti anche ai non tesserati. I più stretti collaboratori del ministro Maroni, e c’è chi dice Maroni stesso, hanno compreso che la Roma non violerebbe affatto la normativa sulla sicurezza. Ma c’è di più. Fuori dallo stadio, da ogni stadio, si eviterebbe la contrapposizione (eufemismo...) tra tesserati e non tesserati. In due trasferte della Roma, ricordiamolo ai signori membri dell’Osservatorio, si è arrivati alla rissa.

Al Viminale, ma pure a Trigoria, le definiscono "criticità" del sistema. La soluzione? Quella della Roma, appunto. Perché chi si fa l’As Roma Club Privilege sarà, e lo dice pure il nome, sempre privilegiato rispetto al non tesserato. Permettendo però pure ai non tesserati di abbonarsi, sarebbe garantito l’uguale trattamento economico tra tifosi. Non esistono romanisti di Serie A e romanisti di Serie B, insistono a Trigoria.

Ma se le forze dell’ordine sono d’accordo con la Roma, chi non lo è? La Federcalcio e il Coni sono neutrali, mentre le Leghe sono tendenzialmente contrarie. Sopratutto la Lega Pro, e verrebbe da chiedersi il perché. Oddio, forse però una risposta c’è. Sul comunicato ufficiale N.70/L dello scorso 9 agosto si ricorda che la Lega Pro ha la sua tessera, che senza poca fantasia è stata ribattezzata "Tessera del Tifoso di Lega Pro". Si avvertono le società che «non saranno consentite iniziative autonome » sulla tessera. Ma soprattutto - leggete con attenzione - si rende noto che è stato «deliberato di riconoscere alla società Fin Presto il diritto a percepire l’importo omnicomprensivo di 8 euro, a lordo di imposte, tasse o maggiorazioni per Iva o altro per ciascuna tessera utilmente prodotta e consegnata, importo che dovrà essere corrisposto alla Fin Presto (una società finanziaria, ndr) dai singoli Clubs, su presentazione di regolari fatture emesse da Fin Presto e intestate ai Clubs». Domanda. Ma siamo proprio certi che l’obiettivo del programma sulla tessera del tifoso sia per tutti, esclusivamente, la sicurezza?