rassegna stampa roma

Aabar, un fondo giovane dal patrimonio immenso

(Corriere dello Sport – P.Torri) – Quattro amici Aabar. Aabaracciamoci.E via di questo passo. Perché ai romani e ai ro­manisti dategli uno spunto, loro sapranno pure come riderci so­pra.

Redazione

(Corriere dello Sport – P.Torri)Quattro amici Aabar. Aabaracciamoci.E via di questo passo. Perché ai romani e ai ro­manisti dategli uno spunto, loro sapranno pure come riderci so­pra.

Sì, però, è davvero Aabar? E chi è Aabar? E ancora: come si è materializzata l’offerta? LA SITUAZIONE- C’è da dire, come prima risposta, che al momento il tutto è ancora avvolto da un certo mistero. Che, prima o do­po, dovrà essere svelato. Ieri Unicredit, a proposito, ha la­sciato tutto come era, facendo trapelare la possibilità di una seconda fase per la vendita, cioè la creazione di una nuova, ristrettashort list.Cosa che dobbiamo dire non è che abbia fatto molto felice la cordata americana di mister DiBene­detto, convinta di aver già mes­so i puntini sulle sue “ i” e che gradirebbe molto poco, anzi niente, dover cambiare quei puntini, un rischio che, se si do­vesse arrivare a un’asta classi­ca al chi offre di più, potrebbe portare anche all’arrivederci e grazie. IL FONDO- Ma torniamo ad Aa­bar, società di investimento glo­bale di proprietà del governo di Abu Dhabi, una disponibilità di liquidità come pochi altri al mondo, una storia alle spalle di poco più di cinque anni (è stata fondata nel 2005). Dunque, l’of­ferta araba è stata fatta attraver­so una finanziaria lussembur­ghese, laClaraz s. a.,una di quel­le società che si fondano sul me­todo delle scatole cinesi in uno stato in cui le banche nascondo­no molti segreti. Abbiamo pro­vato ad avventurarci attraverso queste scatole cinesi, è andato in palla il nostro computer, non senza, prima, averci dato l’im­pressione che alla fine delle sca­tole ci possa essere pure qualche sorpresa ( e se clamorosamente non fosse Aabar? Il sospetto è nato anche nella testa di qualche nome importante di Unicredit). La società lussemburghese si è affidata a uno studio legale di primaria importanza internazio­nale,Dla Piper(curiosità: a Mi­lano hanno lo studio a un passo da piazza Cordusio) che a sua volta, per la comunicazione si èappoggiato alla societàTmc.Do­ve, ieri, hanno detto chiaro e ton­do di non avere ancora il sema­foro verde per fornire ulteriori informazioni. INDISCREZIONI- Di certo possia­mo dire che il progetto arabo, in via telematica, è protetto da una doppia password proprio per evitare occhi indiscreti. Per quel poco che si è riusciti a sapere, l’offerta economica sarebbe molto simile a quella degli ame­ricani, con la differenza però che gli arabi acquisirebbero per in­tero il 67% della Roma, insom­ma correrebbero da soli, non coinvolgendo neppure in mini­ma parte Unicredit. E’ un miste­ro fitto soprattutto il progetto per il futuro, quello invece che la cordata americana ha illustra­to con dovizia di particolari ai rappresentanti dell’Istituto ban­cario nella tre giorni a New York. Aspettiamo e vediamo quello che succede. Permettendoci un consiglio: rispetto per la Roma e i suoi tifosi.