rassegna stampa roma

A Cesena metà paganti tifa Roma

(Il Romanista – D.Galli) L’unica trasferta no limits, senza tessera del tifoso, dove non c’era bisogno di un patentino che attestasse la fede giallorossa, i romanisti non l’hanno snobbata.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) L’unica trasferta no limits, senza tessera del tifoso, dove non c’era bisogno di un patentino che attestasse la fede giallorossa, i romanisti non l’hanno snobbata.

Per Milan- Roma, a San Siro sono stati staccati circa 2500 biglietti del settore ospiti. Risultato: la Roma ha vinto. La Roma in realtà avrebbe vinto anche a Genova, sette giorni fa, dove la trasferta era permessa anche ai non tesserati. Un evento. Un evento come le due disattenzioni di Juan in una sola partita. Risultato: la Roma ha perso, nonostante fosse sostenuta da centinaia di ugole romaniste. Un caso? Secondo Ranieri, mica tanto.

«L’altra volta - sottolineava ieri il tecnico in conferenza - accennavo all’importanza dei tifosi. Un conto è averli sempre al nostro fianco, un altro è non averli. So che domani (oggi, ndr) saranno tanti». Vero. Saranno oltre tremila, mister. Nella giornata di ieri, per la precisione, erano 3100. Ma il bello che erano 3100 su 6650. Quasi la metà dei paganti complessivi. Non la metà del Dino Manuzzi, invece, ma solo perché quest’anno il neopromosso Cesena ha fatto registrare quasi undicimila abbonamenti. Ranieri ha ragione. Quando la Roma non è stata lasciata sola, quando non è stata costretta da una prefettura a giocare in uno stadio completamente ostile, difficilmente è tornata a casa a mani vuote. Il problema è che il Viminale ha suggerito delle limitazioni per la curva romanista in sette trasferte su nove (sarebbero dieci contando Lazio-Roma). Limitazioni da cui sono esclusi i titolari della tessera del tifoso. Che però sono una minoranza in trasferta.

Lo dicono anche i numeri della prevendita di Cesena-Roma: su 3100 biglietti, 500 sono in mani a chi ha la tessera del tifoso giallorossa. Il fatto è che, senza il calore dei non tesserati, la cui stragrande maggioranza sono ultras, la Roma ha ottenuto al massimo un pareggio. Per la trasferta di Cagliari, dove i biglietti potevano essere acquistati solo dai residenti in Sardegna, al Sant’Elia c’erano quattro gatti (giallorossi). È finita 5-1 per gli altri. Lo stesso criterio è stato adottato per Napoli-Roma: tagliandi solo per chi abita in Campania. È finita 2-0 per gli altri. Con il Brescia, con la Juventus e con il Chievo, i tagliandi non potevano essere comprati da chi vive nel Lazio.

E la Roma di Ranieri ha messo insieme la miseria di due punti su nove. Per gli impegni esterni con Palermo (3-1 gli altri) e Parma (0- 0), l’acquisto dei biglietti non era legato al luogo di residenza che figura nella vostra carta di identità. Ma nel settore ospiti potevano andarci solo loro. Solo i romanisti "privilegiati". La massa dei non tesserati, se voleva, poteva comprare i posti di altri settori. Dove però sedevano i tifosi avversari, e quindi con tutti i rischi del caso. Le uniche due volte in cui la trasferta è stata aperta a tutto il pubblico romanista, con Milan e Samp, forte del sostegno della sua gente, la Roma avrebbe potuto fare bottino pieno. A Marassi è stato un flop. Anzi, Juan flop. Capita. Ma fino a quel momento la Roma era padrona del campo e in vantaggio per 1-0. La terza trasferta col semaforo verde - ai non tesserati è stato riservato il settore della "Ferrovia inferiore" - è questa. A Cesena. E statene certi: quel campione di Juan non farà più scherzi del genere