(Il Romanista - D.Galli) - D’accordo, stavolta il divieto di acquisto dei biglietti per il Massimino, per l’ultima trasferta stagionale della Roma, un senso poteva pure averlo. Tra la curva del Catania e la nostra c’è una profonda rivalità.
rassegna stampa roma
A Catania saremo in quindici!
(Il Romanista – D.Galli) – D’accordo, stavolta il divieto di acquisto dei biglietti per il Massimino, per l’ultima trasferta stagionale della Roma, un senso poteva pure averlo. Tra la curva del Catania e la nostra c’è una...
Profondissima. Ma il nuovo provvedimento adottato ieri dalla Prefettura del capoluogo siciliano fa sorridere. A Catania hanno deciso (tardivamente, visto che la prevendita è iniziata martedì) di andare oltre la determinazione del Casms, che aveva stabilito di vietare i tagliandi ai residenti nel Lazio, a eccezione dei titolari dell’As Roma Club Privilege. Adesso, invece, potranno acquistare i biglietti «solo ed esclusivamente i possessori di Tessera del Tifoso nati e/o residenti nella Regione Lazio». La prossima volta che faranno, si inventeranno un esame di romanesco? Oppure permetteranno di comprarli solo ai nati nel centro storico, possibilmente che dimostrino una lontana discendenza con Romolo e Remo? Anzi meglio con Remo, perché Romolo per il Viminale ha la fedina penale sporca. Ha ucciso il fratello, sarà stato diffidato, Catania se la scorda. Il provvedimento della Prefettura fa sorridere, però, anche per un’altra ragione. Domani ci saranno diciotto romanisti a giocare sul prato del Massimino e una quindicina - la fonte è la società siciliana - a tifare per loro. Diciotto, senza considerare Montella. Come era già accaduto per la trasferta di Cagliari (in quindici nel settore ospiti, una ventina in tribuna), c’è la seria possibilità che siano più i romanisti tra campo e panchina che quelli sugli spalti. Se ne deduce che nella terra dove viene combattuta la mafia, lo Stato non solo non riesce a garantire la sicurezza di una quindicina di persone. Ma teme a tal punto la tifoseria catanese da fregarsene della direttiva di un suo Ministero, quello dell’Interno, che pure aveva garantito a inizio stagione trasferte senza limiti per chi avesse sottoscritto la tessera del tifoso. A prescindere dalla regione, per usare le parole del comunicato della Prefettura di Catania, «di nascita e/o residenza». In sintesi, perché domani il romanista titolare dell’As Roma Club Privilege, ma che abita in Calabria e non nel Lazio, non può andare nel settore ospiti del Massimino? Mister Maroni, che ne pensa? Ricapitolando, perché qua tra divieti e divieti bis è facile perdersi, i biglietti di Catania-Roma potranno essere acquistati in alcuni punti Lottomatica solo dai possessori di As Roma Club Privilege «nati e/o residenti nella Regione Lazio» ancora per tutta la giornata di oggi, fino alle 19. Costano 10 euro, per la cronaca. Se le restrizioni per Catania-Roma possono essere (in parte, e non quelle che derogano a ciò che è stato stabilito a inizio stagione) giustificate dall’altissimo grado di pericolosità della partita, sono state spesso incomprensibili quelle imposte per le altre dodici trasferte di campionato. Dodici, perché la tredicesima è Lazio-Roma, che non vale. Oltre a Catania, la prevendita di biglietti diversi da quelli del settore ospiti, riservati ai titolari della tessera del tifoso, è stata vietata in altri dieci casi ai residenti nel Lazio. Mentre in due, a Cagliari e a Napoli, è stata consentita solo agli abitanti di Sardegna e Campania. Qualche volta, la decisione di vietare l’acquisto dei biglietti è stata retta da oggettivi indici di rischio. Per esempio, con le curve di Brescia, Cagliari, Bologna, Fiorentina, Juve. E Inter. Anche se il ritorno della semifinale di Coppa Italia è filato via senza incidenti, dimostrando come anche la trasferta di campionato sarebbe potuta essere free. Libera. Qualche volta, invece, il divieto è stato un rompicapo. Per Chievo-Roma, Bari-Roma e Lecce-Roma, i residenti nel Lazio non hanno potuto acquistare i biglietti. Perché? E ancora. Perché sono state vietate pacifiche trasferte a Verona, Bari e Lecce ed è stata invece consentita Milan-Roma? Milan-Roma, lo ricordiamo a Maroni, è la trasferta dove nell’89 un gruppo di assassini ha circondato e ammazzato il romanista Antonio De Falchi. Ha presente la coreografia della Sud la notte di Roma- Milan, Ministro? Ecco, Antonio stava lì. Antonio sta sempre lì. Ma questa è un’altra storia. Una storia tutta nostra. Una storia che nessuno ci potrà vietare di ricordare, nemmeno lei, ogni volta che giocheremo col Milan. Ogni volta. Sempre.
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