(Corriere dello Sport) Gol di Enrico Montesano, gol della Lazio: «Era un Derby del Cuore, segnai su punizione, fu un tiro ad effetto, a foglia morta, fu un colpo bellissimo, infilai la palla nell’angolino, mi involai sotto la Curva Nord. Impazzimmo, vincemmo 4-2 contro la Roma, quando mai? Capita di rado (risata, ndr). Ricordo che mi allenavo con le sagome, anche quello senza dubbio fu cu.. quasi un miracolo!».
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-2 al DERBY, Montesano: “Reja, sorprendici”
(Corriere dello Sport) Gol di Enrico Montesano, gol della Lazio: «Era un Derby del Cuore, segnai su punizione, fu un tiro ad effetto, a foglia morta, fu un colpo bellissimo, infilai la palla nell’angolino, mi involai sotto la Curva Nord....
Come nel film “Qua la mano”: «Nella scena dove gioco a bocce con il Papa faccio un punto stupendo, ma il Papa riesce a bocciare con un colpo magistrale. E io urlo “questo è cu.. quasi un miracolo Santità“. Ecco, alla Lazio servirebbe quasi un miracolo...» .
E una prodezza come la sua! Montesano artista e goleador, sfida pure la sfiga, gioca di simpatia e fantasia, fa centro con battute e risate perché sono più forti di tutto. Abbiamo anticipato il derby con lui, ci siamo presi tutti i rischi: «Tengo a precisare che concedendo questa intervista al Corriere dello Sport-Stadio, un giornale che mi accompagna da quando ero bambino, vado contro i miei interessi. La faccio per la simpatia che nutro verso la testata nella persona del suo Direttore, dei tanti amici cui sono stato legato in passato e cui sono legato adesso. Dico questo perché per scaramanzia non dovrei rilasciarla, quando lo faccio a noi ce va male, parlare prima non porta mai bene. Dovrei fare gli scongiuri, tenere stretti amuleti e corna. Speriamo di sfatare la tradizione negativa».
Occhio malocchio è la formula tattica, ma la Lazio ha già dato: «Il poker di sconfitte Reja se l’è beccato, la famosa “ manita” l’abbiamo vista e speriamo che non si sia trattato dell’Amanita phalloides, un fungo velenosissimo, speriamo non tocchi a noi mangiarlo stavolta...».
Montesano, scongiuri ammessi, ora giochiamo il derby. «Io non gioco più, ma quei Derby del Cuore erano partite spigolose, ci sfidavamo tra attori di Lazio e Roma. Il problema delle formazioni lo aveva la Roma, erano in 30, volevano giocare tutti con la maglia giallorossa, noi eravamo 12-13, un numero perfetto, avevamo pure i cambi».
Se diciamo derby lei a cosa pensa? «Diciamo che è una costola del calcio laziale, nasce così, è una nostra spina nel fianco se vogliamo. Nel corso degli anni tanti racconti sono stati basati su storie errate, su convinzioni caduche. Perché non vi chiamate Roma?, dicevano a noi laziali. Io dico sempre che Enea era della Lazio, ai tempi del “Latium vetus” Roma non c’era, c’era il Lazio che è grande e che comprende tutto, anche Roma».
Dunque... «Da qui deduco che noi laziali siamo figli di Troia, con la T maiuscola. E dico pure che a Roma è meglio essere figli di... con la T maiuscola anziché figli di un’altra cosa (risata, ndr). A parte gli scherzi, senza offese per nessuno ci mancherebbe, io ho sempre vissuto il derby con grande pathos ed emozione. Latior significa più forte, provi a gridare “ Latior, Latior”, se sente Lazio ma c’è pure la ere... che vor dì più forte! Vaglielo a spiegare! E il primo derby fu Lazio-Virtus, questo deve rafforzare la nostra fede. E poi chi fondò la Lazio era un gruppo di diplomati e laureati, erano idealisti, agli inizi del ‘900 non era da tutti».
Negli ultimi anni sono arrivate solo sconfitte, si è chiesto il perché? «Per tradizione siamo stati sempre in debito nel derby, tranne nei periodi dorati. Diciamo che la Lazio soffre un po’ questa cabala, forse è colpa dell’emotività. Spesso nel derby abbiamo giocato meglio ma l’abbiamo perso, soprattutto negli ultimi anni. Lo affrontiamo col timore che ci dica male... affrontiamolo con la convinzione che non ce dica niente, poi vedemo!».
“ Rigore paaa Roma”, i laziali ne hanno fatto un ritornello. Negli ultimi derby ce ne sono stati troppi... «E allora che la vittoria non sia di rigore per la Roma, che la sfida sia equilibrata, non credo che la Lazio stavolta si farà prendere dall’emotività, quest’anno in squadra ci sono giocatori di grande esperienza come Klose, speriamo giochi, e Cisse. La Lazio dovrà giocare divertendosi senza pensare alla Roma, spero che Reja azzecchi la formazione».
A Reja serve cu... quasi un miracolo o che cosa? «Ci vorrebbe una trovata, una sorpresa, ecco: “Reja facce una sorpresa!“ Se riuscisse a vincerlo già sarebbe tanto. Io l’ho già detto più volte, spero abbia la rapidità nel leggere le situazioni nel corso delle partite e agisca di conseguenza magari invertendo qualcosa. I tifosi vogliono che si prema sull’acceleratore e allora spingiamo un po’ questo acceleratore, non insistiamo su certi uomini se non girano, per questo dico che mi inventerei qualcosa di diverso, dobbiamo essere un po’ più audaci».
Osvaldo è da temere? «E’ molto simpatico Osvaldo, è un nome romano. Nel rione Monti, da mia nonna, c’era un Osvaldo, gli dicevano “ Osvà, annamo al cinema Cristallo...”» .
Il derby vale le scommesse, lei ne ha fatta mai qualcuna? «Ai tempi d’oro ne vinsi una con Lando Fiorini, andò bene a me, dovette fare il giro della statua di Garibaldi in mutande, erano momenti diversi, la città di Roma era più bonaria, più allegrozza, vorrei si tornasse a quella atmosfera ».
Dall’altra parte c’è un romanista come Maurizio Mattioli, cosa si sente di dirgli? «E’ un amico, è un romanista, uno di quelli che mi piacciono. Tutti i romanisti dovrebbero essere così, mi piace il derby placido, più romano nel senso della tolleranza pacioccona, con meno acredine, abbiamo ben altri problemi nel nostro Paese...».
Montesano e i suoi successi, ci parli dell’ultima creatura, lo spettacolo “Passeggiate Romane” in scena al teatro “Sala Umberto”. «Sta avendo un grande successo, l’idea è nata in occasione dei 100 anni della “Sala Umberto” che fu inaugurata da Ettore Petrolini. Nello spettacolo parlo di Roma oggi incontrando i personaggi che hanno recitato in questo storico teatro, lo faccio intersecando i miei personaggi. E’ un omaggio alla nostra città, saremo in scena sino a fine ottobre». Montesano scrittore, da mesi è in vendita il suo libro “Un alibi di scorta”. «Si legge e si sente dire “chissà cosa farà Reja se il derby non andrà bene”, non vorrei che proprio lui avesse bisogno di un alibi di scorta. Speriamo di no... » .
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