(Corriere della Sera - B. Tucci) La Lazio nel derby ha dimostrato di essere più squadra. Solida in difesa, buona a centrocampo, spietata in attacco. Insomma, Petkovic ha saputo creare un gruppo che se anche non potrà aspirare allo scudetto, può tranquillamente puntare all’Europa che conta.
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Petkovic alle stelle. Che caos a Trigoria
(Corriere della Sera – B. Tucci) La Lazio nel derby ha dimostrato di essere più squadra. Solida in difesa, buona a centrocampo, spietata in attacco. Insomma, Petkovic ha saputo creare un gruppo che se anche non potrà aspirare allo...
Dall’altra parte, ecco la Roma di sempre: un colabrodo in fase difensiva, soprattutto se si analizzano alcune scelte fatte durante l’estate, e cioè in campagna acquisti. Mi chiedo e lo chiedo ai dirigenti di Trigoria: chi ha voluto, ad esempio, Piris, «autore» del terzo gol della Lazio? E chi Goicoechea, il portiere su cui Zeman avrebbe scommesso tutti i suoi averi? Oggi, queste pecche (uso un eufemismo) si pagano e lo si è potuto toccare con mano domenica scorsa.
La verità è che a Trigoria abita una società che non ha padroni o forse ne ha troppi. Il presidente, mister Pallotta, viene a mesi alterni; Baldini e Sabatini fanno il bello e il cattivo tempo ed i risultati si vedono; la banca che amministra buona parte del patrimonio si limita a controllare i conti (come è giusto che sia). Basta dare un’occhiata in giro per l’Italia per rendersi conto che la situazione anomala è quella giallorossa.
Possibile che negli Stati Uniti non comprendano che non si può andare avanti in questo modo? Gioisce invece la Lazio che, ripresasi con la parentesi europea, ha fatto suo il derby per la terza volta consecutiva. Ricordate quando i tifosi della Roma regalarono a Negro, autore di un autogol, la maglia giallorossa? Beh, se in settimana qualche buontempone biancazzurro facesse lo stesso presente a Goicoechea e a Piris saremmo i primi ad apprezzarlo.
Ma un dono vero andrebbe portato anche a casa di mister Petkovic. Perché a giugno scorso sarà pure stato uno sconosciuto. Ma adesso la platea dei critici lo applaude. E a ragion veduta.
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