Roma vecchia (ma nemmeno troppo), fa buon brodo. E anzi riaccende i sogni di una Champions che lo scorso anno ha regalato le più grandi gioie degli ultimi 10 anni di storia del club giallorosso, come riporta Leggo.
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Roma vecchie maniere. Di Francesco senza alternative ai titolarissimi
I nuovi e le seconde linee non decollano e il turnover porta alle brusche cadute
C'è poco, infatti, dell'operato di Monchi nell'ennesima rinascita col Cska Mosca che mette De Rossi e compagni sulla strada per gli ottavi. Proprio il capitano è oggi l'emblema di una Roma che non può rinunciare ai suoi simulacri e che sta faticando nell'inserire i nuovi acquisti. Giovani e non. Olsen e Nzonzi erano d'altronde le uniche new entry che Di Francesco voleva mettere in campo martedì col Cska. Poi Kolarov ha alzato bandiera bianca, ed è toccato a Santon. Tra i 12 nuovi acquisti solo il portiere svedese e il francese hanno oltrepassato la soglia dei 500' giocati mentre del vecchio corso sono ben nove ad aver superato abbondantemente quella cifra. E martedì DiFra ha ricevuto un altro attestato di stima dai quei giocatori che l'anno scorso lo hanno portato a un passo dalla finale di Champions: Manolas, Fazio, De Rossi, Dzeko, Kolarov, Florenzi ed El Shaarawy. Mancano Alisson e Nainggolan, per ovvi motivi.
Una promozione della vecchia guardia che equivale a una bocciatura del nuovo corso. A dimostrarlo la tribuna di Luca Pellegrini e Coric, la panchina per Cristante e Schick, la retrocessione di Bianda in Primavera o l'esclusione per motivi fisici di Kluivert o Pastore.
Fatto sta che della tanto celebrata campagna acquisti di Monchi c'è davvero poco. È questo uno degli aspetti del cambiamento - definito inspiegabile da De Rossi - tra la brutta Roma di campionato e quella luminosa di Champions.
Ed è per questo che domenica a Napoli - dove la Roma ha già vissuto lo scorso anno una resurrezione - toccherà di nuovo ai senatori. Niente turnover, non è il momento di dare fiducia a chi finora non l'ha meritata. Così Eusebio si ritrova una panchina corta, e praticamente una sola squadra titolare per tre obiettivi. Discorso ben diverso da Juve e Napoli dove tutti (chi più e chi meno) sono riusciti a dare qualcosa.
Un'altra causa della sindrome bipolare della Roma può essere la mancanza di obiettivi. Ovvero: in Europa si può puntare a ottenere ottimi risultati sfruttando la serata buona o il sorteggio mentre in Italia è utopico puntare alla Juventus ed è altrettanto difficile (per mancanza di concorrenza) non essere tra le prime quattro. E quindi, come ha detto Dzeko, si sottovaluta l'avversario. A proposito di Edin, c'è un dato piuttosto curioso: dei 70 gol segnati nelle ultime due stagioni e mezzo ben 53 sono arrivati in notturna.
(F.Balzani)
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