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Leggo

Roma ko dal dischetto. Mou duro: “Merito di più. Sono stanco di dover fare tutto io”

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La maledizione dei rigori. E' l'amarezza più grande da quella maledetta serata all'Olimpico di 39 anni fa
Redazione

È la grande tristezza, scrive Francesco Balzani su Leggo. È la Liverpool dei nati dopo il '90, è l'amarezza più grande da quella maledetta serata all'Olimpico di 39 anni fa in cui la Roma vide andar via la coppa dei Campioni. La Roma perde l'Europa League ai rigori dopo una battaglia durata in tutto 146' contro il Siviglia e con un arbitraggio pessimo. Si spegne il sogno di Mourinho, re di coppe a cui la regina di questa competizione ha dato scacco nel modo più amaro possibile. La Roma era passata in vantaggio con una perla di Dybala innescato da Mancini. Sembrava il secondo tripudio in un anno dopo Tirana, sembrava la notte in cui l'Italia finalmente poteva portare a casa questa maledetta coppa. Il palo di Rakitic a fine primo tempo era un allarme da non sottovalutare. Nella ripresa, infatti, è arrivato il pari spagnolo con una sfortunata autorete di Mancini. Una mazzata che avrebbe potuto abbattere subito la Roma come accaduto in passato a Juve, Inter e Liverpool. E invece Mourinho ha retto andando vicino al vantaggio prima con Abraham poi con Belotti. In entrambi i casi il portiere Bono si è superato.

Ci sarebbe anche un rigore dubbio per fallo di mani di Fernando, nemmeno rivisto al Var. Nei supplementari tentativi vani. È arrivata solo la traversa alta colpita da Smalling nel finale. Poi la lotteria atroce dei rigori. Il Siviglia segna subito con Ocampos sotto la curva dei tifosi spagnoli, pareggia Cristante. Poi indovina l'ex Lamela prima degli errori di Mancini e Ibanez. Il sogno diventa incubo e finisce con le lacrime di tutti i romanisti in campo consolati da Mourinho. E con quelle dei 25 mila tifosi arrivati con tutti i mezzi a Budapest. È la prima volta che Mou perde una finale, ma la Roma non perde Mou. "Resto con voi", ha promesso il tecnico a Dybala e compagni in lacrime. Poi in conferenza però: "Voglio rimanere, ma io e questi giocatori meritiamo di più. Io merito di più. Sono stanco di dover fare l'allenatore e quello che ci mette sempre la faccia. Oggi era coppa o morte, siamo morti. Ma non abbiamo perso la dignità. Me ne vado a casa più orgoglioso di altre finali». Infine sull'arbitro: «In una finale non si possono vedere certi episodi, lui sembrava spagnolo. Siamo stanchi".