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rassegna stampa roma

Quando Falcao si fece Re: “Io e la Roma iniziammo la favola scudetto”

LaPresse

Quarant’anni fa all’Olimpico il primo storico gol in serie A del fuoriclasse brasiliano

Redazione

"La gioia fa parecchio rumore”, forse titolo migliore per un libro, con in copertina quell’esultanza tipica del Divino, Sandro Bonvissuto non poteva trovarlo, scrive Francesco Balzani su Leggo.

Perché quel 22 febbraio di 40 anni fa (sì, quaranta) di gioia a Roma ce ne era davvero tanta. Quel pomeriggio in un Olimpico rumoroso e strapieno Paulo Roberto Falcao segna, contro il Bologna di un giovanissimo Mancini, il primo gol in campionato con la maglia giallorossa, in quello che era solo l’inizio di una battaglia ai poteri calcistici del Nord.

La Roma, in maglia bianca, è prima in classifica davanti a Inter e Juve (non un’anomalia all’epoca) e ha parecchi infortunati tra cui Ancelotti. Nonostante questo, passa in vantaggio proprio con Falcao che arpiona e accarezza in porta un cross di Scarnecchia lanciato da Giovannelli. Poi l’esultanza classica: corsa e salto agitando il braccio a pugno chiuso. Finirà 1-1 ma quel giorno - come ricorda un articolo di quei tempi a firma Ormezzano - “Falcao ha segnato un gol da imbalsamare, una statua di Fidia”.

Paulo Roberto, a distanza di 40 anni, ci racconta quel gol così: "Ci ho messo un po’ di partite a segnare e ho pure subito critiche per questo. Ma la critica esiste apputo per questo, se no che cavolo ci sta a fare? In realtà avevo già fatto un gran gol in Coppa delle Coppe nel 3-0 contro il Carl Zeiss Jena, ma visto il risultato del ritorno (4-0 per i tedeschi, ndr) passò a tutti di mente. Ricordo bene quel 22 febbraio e l’azione della mia rete: Scarnecchia va sul fondo e io vado col sinistro sul primo palo. Bella azione, ma la Roma giocava davvero bene a quei tempi. E’ stato l’inizio di una bella storia, rovinata solo dal gol annullato a Turone".

Il numero 5 era sbarcato a Roma il 10 agosto 1980: "La prima cosa che pensai: ma sono in Italia o mi hanno riportato a San Paolo? Perché all’aeroporto c’erano tantissime persone, un’atmosfera incredibile. Nella mia testa c’era il pensiero di andare in Europa e trovare giusto qualche giornalista. Mica sarà caldo come in Brasile, pensavo. Mi sbagliavo, Roma era proprio un altro Brasile. Ma l’entusiasmo non era per l’arrivo di Falcao, all’epoca nessuno mi conosceva in Italia. Mica è come adesso che possiamo vedere pure il calcio cinese in tv. Quell’atmosfera incredibile era per una speranza che avevano tutti nel cuore. Era la speranza di poter vedere qualcosa di nuovo, di sognare. Poteva essere Falcao o Zico o chiunque altro". Per fortuna era Falcao.