Da qualche ora i tifosi della Roma possono sognare. Merito (o colpa) di Pallotta che intorno alle 8,30 di ieri, dopo il caffè, ha deciso di sbottonarsi: «Non sarebbe un problema per la Roma prendere Higuain o Dzeko». È stata questa la frase più ritwittata della conferenza da 90’ tenuta dal presidente a via Ripetta prima dell’ultimo summit di mercato con Sabatini e del ritorno a Boston. Diciamo subito che arrivare all’argentino è quasi impossibile mentre l’obiettivo Dzeko appare più alla portata tanto che ieri l’entourage del bosniaco ha parlato con la dirigenza giallorossa. Occhio pure a Bacca, Jovetic e Lukaku (lunedì scorso incontro tra Raiola e Sabatini che monitora Van der Wiel, Martial e Mitrovic). Il presidente, dopo aver premesso di essere rimasto «infastidito per alcuni articoli fantasiosi», ha rilanciato le ambizioni scudetto: «Il gap con la Juve non è così ampio, lo abbiamo visto nella prima metà di stagione. Garcia ha sbagliato a dire che è irraggiungibile. Per lo scudetto se i giocatori sono in forma e riusciamo a prendere quelli che stiamo seguendo tutto è possibile».
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Pallotta: «Bomber e scudetto, si può»
Su Nainggolan il presidente si tiene sul vago: "Stiamo lavorando per farlo restare. È vero, negli ultimi anni abbiamo ceduto ma abbiamo sempre rinvestito"
Attenzione però: non tutte le risposte di Pallotta sono state positive. Su Nainggolan - finito nel mirino del Real - il presidente si tiene sul vago: «Stiamo lavorando per farlo restare. Se lui e Pjanic sono incedibili? Quando vendiamo un calciatore ci pensiamo sempre bene, è una procedura particolare. È vero negli ultimi anni abbiamo ceduto ma abbiamo sempre rinvestito. Benatia fu una situazione particolare, l'avremmo voluto tenere. La cessione di Lamela è stata un affare, in Sardegna ho incontrato uno dei proprietari del Tottenham che mi ha detto “Non riesco a credere come tu sia riuscito a fregarci”. Siamo un modello in tema di Financial Fair Play. Abbiamo ereditato grossi debiti e ora abbiamo un leggero avanzo. Servono 4-5 innesti considerando che due giocatori andranno via. Il budget dipende da diversi fattori, da chi parte, rimane, dagli ingaggi. Da questo punto di vista, è stata fondamentale la vittoria con la Lazio».
Un successo che restituisce fiducia a Pallotta: «Voglio ripartire da quella grinta, quest’anno ci sono stati tanti problemi tra cui gli infortuni di Castan e Strootman e quell’1-7 col Bayern che ci ha condizionati». La colpa principale ricade sul preparatore Rongoni al quale il presidente lancia frecciate continue fornendo anche un alibi ai giocatori: «Se non erano in forma non era colpa loro ma nostra. Per attaccare bene serve una condizione fisica che noi non avevamo. Avremmo necessitato di maggiore cooperazione. Ora abbiamo identificato alcuni tra i migliori profili a livello internazionale». Anche Jim però si prende le sue colpe: «Abbiamo sbagliato sullo sponsor perché pensavamo di poterlo abbinare a quello dello stadio. La Nike? Deve muove il culo (testuale, ndr) e produrre di più. Molti lamentano di non trovare le maglie negli store». Sulla Sud: «Non sono contro la curva. C’è solo una piccola percentuale che causa problemi». Passerella finale su Totti: «Da contratto sarebbe l’ultima stagione, ma qualsiasi decisione sarà presa da entrambe le parti. Resterà a vita nella Roma. Magari i giovani avessero la sua forma fisica».
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