I cori della curva, l'abbraccio dei giocatori e gli occhi lucidi al centro del campo. Il gol più importante sabato all'Olimpico è arrivato dopo il 90' e non l'ha segnato un calciatore, scrive Francesco Balzani su Leggo. Non porta punti, non riporta la Roma in zona Champions, ma regala speranza e voglia di combattere in quella che è considerata la partita clou della gestione Mourinho. Anche più di Tirana. Giovedì col Bayer Leverkusen, infatti, c'è in ballo un'intera stagione che potrebbe concludersi con l'addio del tecnico (ieri spettatore in Roma-Fiorentina Primavera) in stile Triplete: la vittoria di un trofeo e il saluto a un popolo che lo ama, tranne rare eccezioni, e che ieri gli ha riservato applausi anche al Tre Fontane.
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Mou al bivio. Con il Bayer in ballo la stagione, ma il tecnico medita l’addio
Discorsi futuri. Ora c'è da pensare al Leverkusen di Alonso con la possibilità finalmente di schierare Dybala dal primo minuto e di sperare nel ritorno di Wijnaldum. Per Smalling il discorso è rinviato alla gara del 18 maggio in Germania, mentre saranno solo spettatori Llorente, Karsdorp, Kumbulla ed El Shaarawy. Sarà tra i titolari anche Abraham, ballottaggio a destra tra Celik e Zalewski.
La Roma si riaffaccia in Europa per dimenticare i dolori di un campionato difficile tra infortuni, arbitraggi discutibili e qualche errore individuale di troppo. Il cammino nelle coppe nelle ultime tre stagioni è stato praticamente perfetto e ha portato il club ad arrivare sempre tra le prime 4 della competizione. Decisamente diverso il rendimento italiano: la Roma è inchiodata tra il 6° e il 7° posto praticamente dal 2018. Colpa di una rosa corta che ha portato prima Fonseca e poi Mou a dover scegliere una sola competizione da portare fino in fondo.
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