"Ma allora non ho sognato": si è svegliata così Roma, ieri mattina. Dopo una notte di passione calcistica e tifo allo stato puro. E, inevitabilmente, come riporta Leggo, nei bar della Capitale non si parlava d'altro. Già prima delle 6, nei bar di Testaccio, c'era chi prendeva il caffè cercando di sfogare tutta quell'euforia ancora in circolo.
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“Ma allora è proprio tutto vero”
Dopo l'impresa col Barcellona sale la febbre giallorossa. E nei Roma Store i tifosi sognano: "C'è il biglietto per Kiev?"
"Tre a zero. E chi l'avrebbe immaginato?": da Linari, lo storico bar di Testaccio, l'emozione era ancora freschissima. "Me lo sentivo assicura un uomo al bancone, sulla sessantina - peccato solo che non ho scommesso: oggi sarei stato ricco".
Stessa atmosfera su viale Trastevere, dove un gruppo di ragazzi davanti fuori da un'edicola, raccontava la notte prima: "Pure mio padre è voluto venire in giro con me: l'ho portato per tutta Roma, con il motorino. Mi ha detto che una notte così non se la scorderà mai. E' stato lui a portarmi allo stadio, la prima volta da bambino. Ieri sera ho ricambiato finalmente".
E in un noto fast-food dell'Eur, all'ora di pranzo, una decina di liceali festeggiava i tre goal della sera prima, tutti con panino, bibita e maglietta della Roma indosso: "Ci rivediamo qui per la finale. Promesso. Questa volta non ci ferma nessuno". C'era anche chi, reduce dai caroselli della sera prima, sentendosi già un campione ha percorso il tracciato della Formula E a bordo di uno scooter o su un'auto a 5 posti, con finestrini abbassati e bandiera giallorossa d'ordinanza a sventolare fuori. Stesso clima in via del Corso dove i turisti, avendo ben chiaro cosa fosse successo a Roma, fotografavano divertiti i romani che, sciarpa al collo e magliette della Roma in mostra, cantavano cori da stadio prestandosi ai flash degli stranieri. E che dire della Garbatella: sembrava di stare all'Olimpico. Cori, feste e una voglia di sognare ancora.
In tal senso, in barba alla scaramanzia, la richiesta a numerosi Roma store dei biglietti per la finale di Kiev. Tanto ora, sognare si può.
(L.Lojacono)
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