rassegna stampa roma

Immobile, doppio tabù con la Roma

Ciro carica la squadra: "Questo derby vale l’Europa"

Redazione

Da Mito Klose a Ciro il grande. Sono bastati pochi mesi all’attaccante partenopeo per conquistare Roma. Lo ha fatto a suon di gol. Quindici per la precisione, uno in meno del panzer tedesco che con la Lazio raggiunse per ben due volte quota 16. Un confronto che Immobile, acquistato proprio come vice Klose, ha temuto sin dal suo primo giorno a Roma: «Un po’ di pressione c’è per il confronto con Miro che è stato un grande campione - ammise dopo la vittoria alla prima giornata contro l’Atalanta - ha fatto la storia della Lazio e ha vinto a livello internazionale».

Ma guai a volersi paragonare con il bomber più prolifico dei Mondiali. Appena sente il suo nome, Ciro si toglie il cappello: «Mi servono solo 45 gol per superarlo nella classifica cannonieri della storia del club - ha scherzato qualche tempo fa - un gioco da ragazzi». Di tempo per seguire le orme del Mito Klose ne avrà: arrivato la scorsa estate ha firmato un contratto di cinque anni (2021), sposando il progetto Lazio.

Adesso Ciro punta la Roma, vuole provare a spezzare un incantesimo che a Formello dura dal 26 maggio del 2013. Dopo aver alzato la Coppa Italia davanti ai giallorossi, per la Lazio mai più una vittoria. Tabù nel tabù, nella sua storia l’attaccante non è mai riuscito a battere la Roma: in sei partite quattro sconfitte e due pareggi con un solo gol, un tiro al volo che nella stagione 2013-2014 ammutolì l’Olimpico e regalò al Torino un insperato pareggio. Questa volta in palio c’è una finale che potrebbe aprire le porte dell’Europa, ma soprattutto regalare una gioia ai tifosi biancocelesti. Contro l’Udinese ha terminato la gara con i crampi.

Senza valide alternative non ha mai tirato il fiato: con 2328’ è il secondo giocatore più utilizzato dopo Parolo. Un anno di Daspo, infine, a Tounkara che dopo la sfida col Chievo sferró un pugno a un tifoso (anche per lui daspo di un anno) che dalla tribuna aveva insultato il capitano Biglia. Lo spagnolo di origine senegalese non può assistere a eventi sportivi, ma giocare invece sì.

(E.Sarzanini)