(Leggo - F.Balzani)«Non ci sono negoziati tra noi e investitori cinesi. Si tratta di una imbarazzante propaganda di falsità». Pallotta stavolta ha perso davvero le staffe.L’ennesimo tormentone societario, a meno di un anno dalla farsa Al Qaddumi, ha sconquassato una volta per tutte il già labile rapporto tra la proprietà Usa e Uni- Credit. Secondo Pallotta, infatti, la colpa delle presunte notizie circolate nel fine settimana di un accordo già trovato con un potenziale investitore cinese (prima si è fatto il nome di Wang Jainlin poi quello di Chen Feng) è tutta dell’istituto di credito che detiene ad oggi il 31% della Neep, la controllante dell’asset As Roma. «Contrariamente a quanto riportato recentemente, non ci sono negoziati in corso tra noi e potenziali investitori cinesi – si legge in un duro comunicato - Siamo continuamente costernati per la diffusione di una sciocca e imbarazzante propaganda di false informazioni di Unicredit. È una vergogna che fa male alla nostra squadra e ai nostri tifosi. Chiunque è coinvolto in questo tipo di attività deve essere responsabile di ogni danno creato al nostro club dentro e fuori dal campo e deve chiedere scusa ai nostri tifosi. Forza Roma». Una dichiarazione di guerra.
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I cinesi? Pallotta si ribella
(Leggo – F.Balzani) «Non ci sono negoziati tra noi e investitori cinesi. Si tratta di una imbarazzante propaganda di falsità». Pallotta stavolta ha perso davvero le staffe.
Pallotta, che tra il 9 e il 10 dicembre sarà ricevuto al Campidoglio per la presentazione del progetto stadio, è trasecolato alla notizia dell’ingress degli uomini di Chen Feng, proprietario dell’Hna, nel Cda giallorosso. Un ingresso che non cambierebbe le gerarchie all’interno del club (i cinesi si preparerebbero infatti ad acquistare dalla banca il 20% di Neep Roma Holding per diluire col tempo la percentuale di UniCredit al 5%) e sul quale aleggiano tanti misteri. Perché mai uno degli uomini più ricchi della Cina dovrebbe entrare da comprimario in una società gestita da americani che non lo vogliono? Forse per utilizzare la Roma come trampolino di lancio per altri affari (Alitalia?) oppure per tentare la scalata benedetta dalla stessa UniCredit? Pallotta a questo punto può far saltare il banco in due modi: esercitando il diritto di prelazione sulla quota in mano al socio di minoranza e prendersi tutta la torta o tirando fuori dal cilindro un nuovo socio.
La vicenda in queste ore è anche dalla Consob che ieri ha preteso la risposta di UniCredit arrivata in serata: «Confermiamo che sono attualmente in corso discussioni con un investitore interessato a rilevare una quota della partecipazione detenuta dall’Istituto. UniCredit non intende commentare quanto affermato dal sig. Pallotta e si limita a sottolineare che, successivamente al comunicato diffuso la mattina di giovedì 21 novembre in conformità con le normative in materia di società quotate, nessuna ulteriore dichiarazione è stata rilasciata da Uni- Credit».
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