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Hassler: “Roma, troppi campioni persi”

L'ex ala giallorossa: "Totti aveva già ai miei tempi il carattere del campione, non aveva paura di nulla. Vederlo smettere è stato triste"

Redazione

Thomas Hassler, per tutti Tommasino. Per via della sua statura ma pure per la simpatia più da italiano che da tedesco.

E proprio nel nostro Paese il ragazzo di Berlino dal destro magico ha vestito le maglie di Juve e Roma oltre a laurearsi campione del Mondo nel 1990. A 30 anni di distanza Hassler allena in Germania (il Preussen Berlin).

Trent'anni da Italia '90. Ricorda ancora quei momenti?

"Li ricordo sì, ma sembra una vita fa. Funzionò tutto alla meraviglia, eravamo sereni grazie a Beckenbauer che non ci pressava. Ricordo che gli italiani all'Olimpico tifavano per noi e fu una bellissima sensazione. Tra qualche giorno incontrerò i miei ex compagni, lo facciamo ogni 5 anni" dice Hassler intervistato da Francesco Balzani su Leggo.

Oggi il calcio vive di riflesso il dramma del Covid. Come state vivendo la ripresa in Germania?

"Decisamente bene. Credo che la Bundesliga sia un ottimo esempio per l'Europa. Il protocollo prevede sicurezza e spettacolo sperando non ci sia più bisogno di fermarsi. Credo sia positivo anche per l'Italia".

Segue ancora la Roma?

"Ho ricordi bellissimi di Roma, un calore eccezionale. A parte la Juve però mi sembra che il livello della serie A si sia abbassato. Ho ammirato l'impresa col Barcellona, per il resto ho visto che sono andati via troppi campioni da Trigoria".

È vero che ha insegnato a Totti a calciare le punizioni?

"Non so se ha imparato da me, ma ricordo che alla fine di un allenamento si avvicinò un ragazzino e mi chiese se poteva tirarle con me. Certo risposi, ma non sapevo chi fosse. Aveva già il carattere del campione, non aveva paura di nulla. Vederlo smettere è stato triste".

La Juve vincerà ancora lo scudetto?

"È diventata un top club internazionale. Spero rivinca il titolo ma spero pure possa dire la sua fino in fondo in Champions. Ronaldo è un fenomeno, tra i migliori atleti in assoluto. Dybala pure è forte ma non lo paragonerei a Baggio".

Cosa manca alla serie A di oggi rispetto a quella in cui giocava lei?

"Mancano i tedeschi (ride, ndr). A quei tempi era il campionato più bello del mondo, non a caso ci giocavano i calciatori più forti. Come me...".